Nei primi due mesi del 2011 gli investimenti pubblicitari relativi alla carta stampata sono diminuiti del 7,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Diminuzione che non viene certo compensata dal positivo risultato di internet che, nel suo complesso, aumenta del 15,5%. Quest’ultimo dato, in valore assoluto, rappresenta una dimensione di gran lunga minoritaria rispetto al gettito determinato dai media tradizionali, ed è estremamente modesto se rapportato al valore associato alle edizioni online dei quotidiani. Se giornali nazionali come Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa iniziano in qualche modo a vedere premiata la propria presenza su internet, il giornalismo locale versa in gravi condizioni poiché alla crisi strutturale del settore, perdite copie lettori e calo ricavi pubblicitari, non si accompagna una sostenibilità delle iniziative su web, nonostante siano in prevalenza gestite con il minimo di risorse possibili.
Il settore dell’informazione locale è in crisi: nessuno ha il coraggio di avviare una effettiva ristrutturazione che comporti il ripensamento degli investimenti e una maggiore focalizzazione sul web. E qualora un qualche editore illuminato fosse disposto a rischiare è bene tenere presente che a oggi non esistono le condizioni per avere un pubblico che possa attrarre ricavi pubblicitari tali da rendere sostenibili le nuove iniziative preservando i livelli retributivi del giornalismo tradizionale. Occorrerebbe azzerare il pregresso e ripensare l’intera organizzazione editoriale sin dalle sue fondamenta. Una condizione che crea una paralisi in termini di possibile risoluzione del conflitto offline-online. E’ il caso del Gazzettino, storico quotidiano del Nord Est fondato nel 1887 e oggi di proprietà del Gruppo Caltagiorne.
A causa della crisi, la dirigenza del quotidiano del Nord Est ha ipotizzato di chiudere due delle otto redazioni locali, quelle di Vicenza e di Bassano del Grappa per poi attuare una serie di contrazioni sulle retribuzioni dei collaboratori impiegati nelle diverse province venete. Secondo quanto riportato dall’Agenzia Parlamentare il quotidiano è a rischio chiusura e si chiede un intervento da parte dello Stato per salvaguardare e mantenere livelli occupazionali e di retribuzione adeguati.
Per quanto la Fieg affermi che i lettori online costituiscano ormai il 45,4% dell’utenza totale dei quotidiani, questa dinamica non trova un corrispettivo economico in grado di monetizzare la presenza su web. Il dato positivo, secondo Carlo Malinconico, presidente di Fieg, è che, nonostante le persistenti difficoltà, i margini operativi dei principali gruppi editoriali, grazie a incisivi processi di ristrutturazione e riorganizzazione produttivi, sono tornati positivi.
Incalza Beppe Grillo il quale afferma, in modo provocatorio, che il futuro dell’informazione è l’online, ma non per i giornali. “I giornali sono in asfissia economica, dice Grillo. Senza la carità pubblica e la pubblicità di società impresentabili, e irricevibili da un giornalismo indipendente, la maggior parte sarebbe fallita. L’edizione online dei giornali è sostanzialmente in passivo, ed è in gran parte un copia e incolla di quella cartacea….”.
Considerazioni di Grillo a parte, resta il fatto che appare sempre meno convincente la capacità di resistenza alla trasformazione del mercato da parte delle testate locali. Per quanto si continui a sostenere che il web possa essere valorizzato dai giornali in funzione di una maggiore focalizzazione in localizzazione e iperlocalizzazione delle notizie, i dati evidenziano un forte ritardo dei giornali tradizionali nel perseguire questa opportunità. Invocare l’aiuto dello Stato, come nel caso del Gazzettino, non può essere la soluzione al problema.
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