Domani, due aprile, giornata internazionale della verifica delle notizie. E no, non si tratta di una iniziativa dell’ultimo minuto, sull’onda lunga della moda (l’ormai nota – e assai discussa – scelta della “parola dell’anno” da parte degli Oxford Dictionaries) e del dibattito politico recente (clue: Trump era). L’idea nasce la scorsa estate, a Buenos Aires, durante i workshop di Global Fact 3 – il terzo incontro mondiale dei fact-checkers, 111 partecipanti da 40 Paesi diversi, tre giorni di dibattito sulla crescita costante e le sfide sempre più ardue di un movimento ormai globale.
L’obiettivo: far passare un messaggio molto semplice, e cioè che la verifica delle notizie non è e non deve essere patrimonio esclusivo dei fact-checker, ma deve diventare un’abitudine diffusa di tutti. In un mondo iperconnesso, dove veniamo costantemente raggiunti da flussi di informazione in transito sui nostri schermi, è necessario che ciascuno si assuma la responsabilità di combattere e prevenire le bufale, interrompendo la catena virale di like e condivisioni che permette alla disinformazione di inquinare l’ecosistema dei media.
Le analisi più recenti hanno messo in luce come – ferma restando l’importanza del fact-checking redazionale, e la responsabilità dei media nel garantire accuratezza, obiettività e tempestività nelle verifiche – il principale antidoto alla diffusione incontrollata di una notizia falsa sia la presa di coscienza, da parte del lettore-utente, del proprio ruolo attivo nel garantirne (o meno) la sopravvivenza. I dati di Hoaxy, ad esempio, dimostrano quanto sia necessario un’impegno condiviso per arginare la corsa delle bufale: secondo questo studio di un team di ricercatori della Indiana University (tra cui tre italiani), tra la diffusione di una notizia falsa e la sua verifica possono passare dalle 10 alle 20 ore.
I giornalisti – e i team di factchecker – continueranno a fare il loro mestiere, ma non devono essere lasciati soli in questa battaglia. E le scuole, le università, le nostre case, sono i luoghi naturali dove cercare alleati preziosi e indispensabili. La pensa in questo modo anche uno tra i massimi esperti mondiali di educazione, Andreas Schleicher, il “guru” dei test Pisa-Ocse: “Distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è significa elaborare un giudizio critico – ha dichiarato alla Bbc – smascherare le notizie false, essere consapevoli del fatto che esistano, che c’è qualcos che non è necessariamente vero e che su cui bisogna interrogarsi, pensando in maniera ciritca – questa è una sfida molto importante”.
Il focus
Non stupisce, dunque, che tra le proposte centrali dell’International Fact Checking Day ci sia un modello di lezione/laboratorio per gli studenti delle scuole superiori di tutto il mondo (e disponibile in 11 lingue, grazie al lavoro volontario di altrettante associazioni aderenti all’International Fact Checking Network e al suo codice di condotta), che i docenti possono scaricare gratuitamente ed utilizzare per le attività in classe. Accompagnato da un video animato, che spiega e riassume i concetti fondamentali nell’analisi di una notizia – in primo luogo, la distinzione tra fatti e opinioni – il “pacchetto” parte da una riflessione condivisa su quanto le nostre opinioni preesistenti (e, a volte, veri e propri pregiudizi) possano influenzarci nella scelta dei contenuti da condividere sui social, facendoci abbassare la soglia di attenzione nei confronti di quelle informazioni dubbie, confuse, non supportate da dati e fonti attendibili.
La lezione è il risultato di una collaborazione tra due associazioni che si occupano di educazione alla verifica delle notizie: l’italiana Factcheckers, fondata nel 2016 da chi scrive con Nicola Bruno e Fulvio Romanin, e l’argentina Chequeado. Lo scopo, ambizioso, è quello di aiutare gli insegnanti nel percorso di avvicinare i ragazzi all’analisi critica dell’informazione online, e soprattutto di fornire loro gli strumenti di base per trasformarsi in giovani “verificatori delle notizie”. Nei giorni precedenti all’International Fact Checking Day, il kit è stato scaricato da docenti in tutto il mondo, per un numero complessivo di oltre 20mila studenti. Ma il materiale rimarrà a disposizione anche dopo il 2 aprile, e la formazione al fact-checking sarà uno dei temi dibattuti nel corso di Global Fact 4, a Madrid, dal 5 al 7 luglio prossimo.
E in occasione dell’IFCD, Factcheckers vara un altro progetto importante, in collaborazione con Sky Academy e con la consulenza di Stefano Moriggi e Paolo Ferri (Università Bicocca di Milano): si chiama “Guida galattica per esploratori di notizie”, ed è un minikit digitale che verrà utilizzato in occasione dei laboratori per 100 ragazzi ospitati proprio dalla Sky Academy, ma anche a disposizione di chiunque voglia sperimentarlo, in classe o a casa. Dal quiz di autovalutazione alle FAQ su come riconoscere le fake news e come riconoscerle, un viaggio nel mondo dell’informazione digitale (e non solo) e delle tecniche di “sbufalamento”. E il percorso proseguirà, nei prossimi mesi, con laboratori e lezioni nelle scuole.
Il network
In Italia (e nel mondo) molto si muove, dunque, sul fronte “educazione alla verifica delle notizie”. E un ruolo importante ha giocato e continua a giocare l’International Fact Checking Network, nato nel 2015 presso Poynter e diretto da Alexios Mantzarlis. Lo stimolo iniziale, anche qui, viene da una conferenza – il primo Global Fact, nel 2014 – e dall’intuito di Bill Adair, fondatore di PolitiFact e vincitore del premio Pulitzer. È in quell’occasione che ci si rende conto di come le sfide per i fact-checker siano, in fondo, comuni in tutto il pianeta: dalla ricerca alla comunicazione con il pubblico, senza dimenticare il fuoco di fila cui spesso vengono sottoposti da parte dei politici (o di chi, in generale, non gradisce la loro attività di verifica).
L’idea di fare rete nasce da qui, e il network si è assunto il compito di coordinare questo dialogo permanente tra i gruppi di factchecker nel mondo e di promuovere l’eccellenza nel settore con un codice di principi, sottoscritto ad oggi da 44 associazioni. In Italia, Factcheckers – che non si occupa attivamente di verifica delle notizie bensí di formazione e divulgazione – collabora attivamente con l’Ifcn, ed è tra i cinque partner mondiali nel progetto dell’International Fact Checking Day. Tra i firmatari del codice di condotta c’è poi Pagella Politica: co-fondata dallo stesso Mantzarlis, è online dall’ottobre 2012 e si occupa principalmente di fact-checking politico, verificando le affermazioni degli esponenti di tutti i principali partiti. Nato come iniziativa di un gruppo di amici, da allora il progetto è cresciuto e ha avviato collaborazioni con realtà informative di primo piano, come Rai2 e l’agenzia di stampa Agi. In totale, nei quattro anni e mezzo di attività sono state analizzate quasi 2.200 dichiarazioni.
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