Giornalismo di qualità, Ahref ci prova con originalità

29 Marzo 2011 • Digitale, Etica e Qualità • by

Con il dilagare dei nuovi media, il sovvertimento dei tradizionali canoni del giornalismo e un’informazione sempre più dal basso che elude i filtri giornalistici tradizionalmente applicati e riconosciuti,  la domanda di un giornalismo di qualità sul web e degli strumenti necessari per riconoscerlo e  garantirlo  diventa sempre più urgente e importante.

In quest’ottica prende corpo un progetto innovativo che era stato presentato al Festival di giornallismo di Perugia lo scorso anno dal suo presidente Luca de Biase. Si tratta di <ahref (comando che nel linguaggio html permette di creare un link ed ha il compito di sviluppare collegamenti), una fondazione italiana che si propone di  “sviluppare una ricerca sulla qualità dell’informazione che emerge dalla rete sociale abilitata da internet e i media digitali, con l’obiettivo di ipotizzare, disegnare, implementare, sperimentare e testare logiche incentivanti che favoriscano il miglioramento della qualità dell’informazione stessa”.

Un’iniziativa, dunque, che vede nella ricerca lo strumento adatto per comprendere le dinamiche della qualità dell’informazione nei media sociali e costruire piattforme in grado di incentivarla “rifiutando programmaticamente qualunque progetto di definizione  top down della qualità” e puntando invece a comprendere come possa emergere “un insieme di pratiche orientate alla qualità dell’informazione in rete in una logica bottom up”.

E alcuni progetti di ricerca sono già consultabili sul sito, che è operativo da pochi giorni:

– Wavu uno strumento per orientarsi nel dibattito quotidiano sull’evoluzione dei social media, come blog e social network che riunisce analisi e opinioni sul citizen journalism attraverso gli articoli dell’area “Post” e “reporter”, segnala le principali esperienze sui format narrativi emergenti nella sezione Crossmedia e approfondisce le conseguenze dell’uso dei social media nei paesi in via di sviluppo;

– MOKA è una piattaforma partecipata, al servizio dei cittadini che desiderano informarsi e fare informazione che si propone di incentivare le migliori pratiche per favorire le opportunità aperte dai media sociali nell’ecosistema dell’informazione;

– iData uno strumento per lo sviluppo del data journalism con strumenti open source che mira a sviluppare la prima piattaforma italiana open source per il giornalismo basato sui dati. La piattaforma, interamente in licenza creative commons, sarà collegata a un ventaglio di community che potranno collaborare per la raccolta, produzione ed elaborazione dei dati. I dati potranno provenire da database pubblici, da fonti di dominio pubblico o venire preparati ad hoc dalle community.

Ma quali sono i crititeri e i metodi di ricerca utilizzati?

Sul sito si legge che il lavoro scientifico della fondazione fa riferimento per esempio agli studi di Media literacy e Internet Studies e che si muove secondo 5 filoni principali: analisi della qualità dell’informazione, analisi delle nozioni di credibilità, reputazione e attenzione in rete, analisi della qualità delle piattaforme del racconto della vita quotidiana, applicazioni delle reti sociali per lo sviluppo delle conoscenze specifiche in materia di tecnologia e scienza, decodifica ed educazione delle tecniche di narrazione utilizzate e utilizzabili nei media sociali.

Nata e attiva a Trento, la fondazione <ahref gode inoltre di un comitato scientifico di tutto rispetto del quale fanno parte David Weinberger un filosofo e scrittore statunitense, definito dal Wall Street Journal il “Guru del marketing”, Paul Steiger fondatore e direttore di Propublica e Joichi Ito considerato uno principali fautori e studiosi della così detta Democrazia emergente (emergent democracy). E si avvale di un team di dodici collaboratori provenienti dall’ambito della ricerca e da quello professionale, in particolare giornalistico e delle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione. Ad esempio il direttore Michele Kettmeier esperto di multimedia e delle più moderne tecnologie della comunicazione, il content manager Piergiovanni Mometto, il ricercatore e project manager Andrea Menapace, il giornalista e blogger Luca dello Iacovo, lo studente di informatica Martino Pizzol e lo sviluppatore web Davide  Setti.

Un’iniziativa, quella di <ahref, che ha tutti i numeri per fare bene e che l’Osservatorio europeo di giornalismo saluta con grande simpatia.

Ps: da parte nostra un solo piccolo appunto di natura tecnica: aver messo il carattere “< ” rende problematica la citazione corretta del nome dell’associazione in molti programmi editoriali che  lo leggono come comando tipografico. Per questo, ad esempio, nel titolo del nostro Post abbiamo dovuto toglierlo.  Lasciandolo non si leggeva nulla.

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