Tendenze della Rete e Tecnologie emergenti

3 Giugno 2013 • Giornalismi • by

La venture capitalist Mary Meeker si presenta puntuale come ogni anno  all’appuntamento con i trend di Internet. Il 29 maggio scorso, insieme al collega Liang Wu, Senior Associate a Kleiner Perkins Caufield & Byers, ha presentato infatti i trend di Internet per il 2013.

L’ultima edizione delle tendenze di Internet rileva una continua crescita robusta dell’online. Ora ci sono 2,4 miliardi di utenti Internet in tutto il mondo, e il totale continua a crescere a ritmo sostenuto. L’uso della telefonia mobile è in rapida espansione, mentre la possibilità di pubblicità mobile rimane in gran parte inutilizzato. La relazione esamina il paesaggio dell’on-line, con la Rete che è diventata più sociale e ricca di contenuti, con l’uso esteso di foto, video e audio. Guardando al futuro, il rapporto rileva i primi segni di crescita per i dispositivi di computer da indossare, come gli occhiali, bracciali e orologi collegati e l’emergere di auto connesse, droni e altre nuove piattaforme.

E’ il grafico sul tempo speso sui media e la pubblicità raccolta, che evidenzia la fortissima disparità tra il tempo speso su Internet, ed in particolare su mobile, che nel loro insieme rappresentano il 38% del totale ma raccolgono “solamente” il 25% degli investimenti pubblicitari, rispetto al tempo trascorso nella lettura su carta stampata, che per contro pesa il 6% del tempo ma ancora oggi attira il 23% degli investimenti, che anche in questa occasione genera il maggior dibattito e parrebbe condannare inevitabilmente la stampa ad un declino sempre maggiore.

Un’equazione che forse è eccessivamente meccanicistica, troppo da analista finanziario e poco da conoscitore dei media e della comunicazione pubblicitaria. Come viene giustamente rilevato su Poynter infatti, esiste una profonda differenza tra il tempo complessivamente trascorso online, in mobilità o meno, ed il tempo dedicato alla lettura di informazioni. A questo va aggiunta l’inefficacia della comunicazione pubblicitaria online con i banner che hanno tassi bassissimi di click trough e godono di un livello di fiducia risibile.

Se la Rete è sempre più social, il social network per eccellenza, Facebook, è invece l’unico ad aver perso terreno tra i dieci social media più popolari. La percentuale mondiale di coloro che condividono tutto o molto online è del 24% con gli italiani perfettamente in media e sauditi ed indiani a mostrare la minor attenzione verso la propria privacy con tassi di condivisione superiori al 50% e, per contro, giapponesi e tedeschi che invece condividono per meno del 5%.

La grandissima crescita del caricamento di foto in Rete è prevalentemente ascrivibile a Snapchat, servizio di messaggistica istantanea, applicazione per smartphone che consente di inviare le foto ad amici solo per un certo numero di secondi e poi la visibilità viene annullata. Motivo per il quale l’applicazione è anche frequentemente usata per sexting.

E’ proprio la diffusione degli smartphones ad essere impressionante con 1,5 miliardi di abbonamenti per questo tipo di telefono (573 milioni solo da Cina e USA), una penetrazione mondiale del 21% ed un tasso di crescita del 31% rispetto all’anno precedente. In Italia vi sono complessivamente 21 milioni di abbonamenti per smartphone con i diversi gestori di telefonia mobile; il 23% del totale.

Nell’appendice al rapporto si vede come la percentuale di capitani d’azienda, di CEO, che ritiene sempre più rilevante l’impatto della tecnologia sia sempre più crescente per la propria organizzazione, posizionando questo elemento al secondo posto per rilevanza solo dopo i fattori di mercato al di sopra degli elementi macroeconomici e delle competenze  del personale.

Proprio alle tecnologie emergenti, al loro impatto sulla vita delle persone, sul business e sull’economia nel suo complesso è dedicato il rapporto di McKinsey pubblicato pressoché contemporaneamente.

Dal rapporto emergono 12 tecnologie il cui impatto è secondo la nota società di consulenza dirompente. Tra queste, oltre ad internet in mobilità, vengono comprese l’automazione del lavoro di concetto con software in prospettiva sempre più in grado di operare in maniera “intelligente” con comandi non strutturati ed in grado di effettuare valutazioni di giudizio sempre più raffinante sostituendosi in parte ai “knowledge workers”.

Insomma, se secondo  Kleiner Perkins Caufield & Byers è soltanto questione di tempo per uno spostamento sempre più massiccio degli investimenti pubblicitari dalla carta stampata all’online,  McKinsey sferra il colpo finale, anche, ai giornalisti, già incalzati dai robot ed in prospettiva anche da altre evoluzioni dell’automazione di intelligenza artificiale e di macchine in grado di apprendere autonomamente.

È chiaro che il futuro offre grandi opportunità. È anche disseminato di trabocchetti. Il trucco consiste nell’evitare i trabocchetti, prendere al balzo le opportunità e rientrare a casa per l’ora di cena, diceva Woody Allen in Effetti collaterali. Forse è proprio quello che si tratta di fare.

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