Conti economici in rosso. Il popolare settimanale Usa alla ricerca di un nuovo acquirente
In vendita un pezzo di storia del giornalismo americano. La Washington Post Co., società editrice dell’omonimo quotidiano, ha deciso di vendere Newsweek, da 77 anni uno dei settimanali più popolari degli States. La crisi della carta stampata investe pesantemente anche i periodici e mette a dura prova i conti economici di testate che si pensavano inaffondabili.
Perdite per 28 milioni di dollari nel corso del 2009, il fallimento di un tentativo di rilancio editoriale, Newsweek si trova oggi ad affrontare il dissesto causato dalla crisi degli investimenti pubblicitari, dalla perdita di popolarità della carta stampata e dalle discontinuità del modello di informazione introdotto da internet.
E’ terminata l’era in cui giornali riuscivano a raccontare l’America attraverso la copertina, dice il New York Times. Per Charles Whitaker, research chairman in magazine journalism alla scuola di giornalismo della Nothwestern Universitiy è la fine della comunicazione di massa. “Per molto tempo i settimanali hanno cercato di rappresentare tutto e tutti, ma ciò non sembra essere più possibile in una situazione come quella attuale dove i media tendono a stratificarsi per livelli di specializzazione”
La sorte di Newsweek, ricorda quella di un altro famoso giornale, Businessweek, acquisito da Bloomberg per 5 milioni di dollari lo scorso dicembre. Quest’ultima acquisizione, tuttavia, pur essendo stata accompagnata da una drastica ristrutturazione che ha comportato il licenziamento di un centinaio di persone, sembra potere dare un futuro alla rivista grazie soprattutto alle economie di scala della produzione garantite da Bloomberg.
La storia di Newsweek è utile per riflettere sul ruolo che i settimanali possono oggi avere. Sopraffatti dall’immediatezza di Internet la carta stampata gioca sulla capacità di dare una visione più organica dell’informazione. Orientarsi verso l’analisi e all’approfondimento? Il vantaggio della carta stampata potrebbe essere proprio questo. La necessità di razionalizzare gli eventi e le notizie in una forma più analitica, creando un percorso di lettura selettivo può essere ancora oggi uno dei possibili ruoli dei settimanali.
Difficile però comprendere il rapporto con il web e quale il valore o la differenziazione può esistere tra contenuto proposto su carta e su internet da parte di un settimanale, ma esiste sempre e comunque il valore di proporre the best stories, focalizzarsi solo su determinati argomenti riuscendo a dare una visione più ampia di quanto dato dai media a che devono sottostare a tempistiche più pressanti dettate dal flusso di notizie.
Se Newsweek getta la spugna, resiste il Time, suo eterno rivale e in Inghilterra l’Economist e The Week, quest’ultimo nato nel 2001, danno la sensazione che l’epoca dei settimanali non sia ancora tramontata, ma che vi sia necessità di un continuo rinnovamento.
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