Freedom House identifica nuove minacce
per la libertà di internet

31 Ottobre 2012 • Libertà di stampa • by

Il terzo report annuale annuncia alcuni progressi nonostante la predominanza di nuove e sofisticate minacce al Web libero

Freedom on the Net 2012: a global assessment of Internet and digital media, il più recente report di Freedom House, contiene una schiera di nuovi pericoli per la libertà di Internet. La ricerca presenta un’analisi in profondità di tecniche innovative utilizzate dai governi con l’esplicito obiettivo di reprimere il libero flusso dell’informazione in Rete. Il report valuta la libertà di Internet in 47 paesi utilizzando dei criteri di rating che misurano le barriere all’accesso, le limitazioni ai contenuti, le violazioni dei diritti degli utenti e mette in guardia “le minacce (contro la libertà di Internet, ndr) sono più diversificate e pericolose che mai”.

Estonia, Usa e Germania ottengono i tre risultati più alti in termini di libertà digitale, mentre Iran, Cuba e Cina sono i paesi con il punteggio più basso. L’Italia, insieme al Regno Unito, è comunque nella top ten dei paesi con il Web più libero, ma ha raccolto il risultato peggiore di tutta la UE per “penetrazione di Internet”. Freedom House ha redatto il suo report con la collaborazione di 50 ricercatori, la maggior parte dei quali operativi nei paesi presi in analisi. La ricerca completa include analisi dettagliate ed estese delle minacce alla digital freedom e mostra come la riservatezza e la protezione dei dati sensibili siano, ancora, gli aspetti più difficili da tutelare nella battaglia per la difesa dei diritti online.

“I risultati dimostrano chiaramente come i pericoli per la libertà di Internet si siano moltiplicati”, ha dichiarato Sanja Kelly, direttrice del progetto Freedom on the Net. “Più le autorità vedono come la messa offline dei siti e gli arresti su larga scala scatenano l’indignazione su un piano locale e internazionale, più sono spinte a trovare nuovi e più subdoli metodi per controllare le conversazioni online”. I governi hanno infatti ampliato il loro repertorio di controllo, facendo proprie alcune strategie come la deliberata interruzione delle connessioni in occasione di proteste o l’infiltrazione nelle chat e message board con commentatori pagati per postare contenuti favorevoli al governo. Nonostante i progressi in Medio Oriente e in Africa settentrionale, il report non manca di segnalare censure, arresti e violenze contro i blogger e sanzioni contro i social media e gli organi di informazione. I nemici della Rete più attivi, secondo il report, sono ancora Cina, Iran, Russia, Pakistan, Egitto e Azerbaijan. Gli Stati Uniti, come visto, hanno ottenuto un punteggio alto in base ai criteri utilizzati da Freedom House per questo report, ma non bisogna dimenticare le nuove proposte di legge avanzate sia alla Camera che al Senato che potrebbero in futuro mettere a rischio la libertà del Web e restringere la libertà di parola online negli Usa.

Ma mentre i governi cercano di controllare l’accesso al più grande mezzo di comunicazione al mondo, il report segnala molte “piccole vittorie” nella battaglia per la protezione dei diritti degli internauti. Quattordici dei paesi inclusi nella ricerca, come la Tunisia e la Birmania che hanno fatto segnalare i miglioramenti più sensibili, hanno segnalato migliori risultati in termini di libertà di stampa in Rete. D’altro canto, però, 19 dei 47 paesi coinvolti, nel corso dello scorso anno, hanno promulgato leggi che restringono la libertà di parola mentre la maggior parte delle nazioni ha fatto segnalare, in un arco di tempo di 6 anni complessivi, dei generali e progressivi peggioramenti della loro condizione.

Il report completo si può leggere qui.

Traduzione dall’originale inglese “Freedom House identifies new threats” a cura di Philip Di Salvo.

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