Vincent Sider: “Bbc e Twitter, contano i contenuti”

29 Ottobre 2013 • Digitale • by

Uno studio recente, realizzato da NewsWhip, ha dimostrato come la Bbc sia la testata di maggior successo su Twitter. Con milioni di retweet e interazioni con il suo pubblico, il public broadcaster britannico è riuscito a raggiungere un’audience e un impatto in forma di cinguettii che nessun altro è stato in grado di generare. Dietro a questo successo, c’è anche Vincent Sider, un passato da startupper, ora Vice President of Social Media di Bbc Worldwide, il comparto della Bbc che si occupa di vendere sul piano internazionale le produzioni dell’azienda di servizio pubblico.

Vincet SiderSider è intervenuto a Frontiers of Interaction a Milano lo scorso 25 ottobre, partecipando al panel “Media Revolution”, insieme a Ben Hammersley, Editor at large di Wired Uk e Gianni Riotta, presentando il caso di successo della sua azienda sulle piattaforme social: gli ottimi risultati della Bbc, infatti, vanno oltre le notizie e l’informazione e riguardano anche tutti i contenuti che l’azienda crea e trasmette in tutto il mondo, Doctor Who (più di 3,5 milioni di fan su Fb) compreso. Nella sua presentazione a Milano, Sider ha toccato anche un argomento fondamentale cui i broadcaster dovranno sempre più interessarsi: la social tv.  Come ha ricordato Sider dal palco di Frontiers of Interaction, anche se non esiste ancora prova certa che i fenomeni di second screen abbiano un effetto diretto sullo share dei programmi televisivi, è invece fuori di dubbio il fatto che da questo territorio continuino a emergere alcuni stimoli molto innovativi per il piccolo schermo, cui la stessa Twitter e anche la Nielsen si sono di recente interessate. Per Sider, la Bbc, quando opera sui social media, segue alcune direttrici precise, riassumibili in awareness, traffic, connection, engagement eovviamente, commerce.

Abbiamo incontrato Vincet Sider a margine del suo speech, chiedendogli qualche dettaglio sul rapporto tra la Bbc e i social media, a cominciare da Twitter. “Generalmente”, ci spiega Sider commentando i risultati relativi a Twitter, “le conversazioni su Twitter gravitano attorno alle notizie e la Bbc è conosciuta in tutto il mondo per essere un’azienda che si occupa di notizie. I risultati non mi stupiscono”. Ma per Sider, i numeri poderosi dell’emittente inglese non sono il prodotto di una formula particolare: “non penso sia dovuto a una particolare strategia mediatica, ma il merito è dei contenuti stessi che vengono consumati e delle persone che rispondono e li condividono”.

I dati della Bbc e delle sue notizie confermano ulteriormente quanto Twitter, tra tutti i social media, sia quello che più di qualsiasi altro ha assunto il ruolo di piattaforma per l’informazione. Per Vincet Sider, la ragione di questo successo è insita nella sua stessa natura, soprattutto se paragonata a quella di Facebook che, al contrario di quella di Jack Dorsey, “è ancora una piattaforma privata, sulla quale non c’è modo di raggiungere il numero di connessioni sociali che Twitter, invece, consente di avere”, spiega Sider. La differenza è nei destinatari coinvolti nella discussione, specifica: “Facebook vuole dimostrare che la qualità della conversazione è migliore che su Twitter e che questa avviene con persone reali e non con individui che dimostrano un interesse generico”. La differenza è tra parlare con una stretta cerchia di conoscenze e il potenziale raggiungimento di chiunque, ad esempio, stia utilizzando il medesimo hashtag su Twitter.

10539772206_804e968310_zNel 2012/’13 Bbc Worldwide ha generato 156 milioni di sterline (circa 250 milioni di euro) di ricavi. Ma i social media possono essere uno strumento per aumentare i guadagni delle testate tradizionali? “Il dibattito va avanti da diverso tempo e non può essere evitato perché, nonostante qualcuno ancora pensi di poter operare in questo settore con piccoli budget, il social costa”. Ma qual è il return on investment dei social media per le aziende mediatiche? “Se hai la persona giusta, che si interessa al tuo brand, e il giusto timing nel pubblicare i contenuti, otterrai attenzione attorno al tuo brand. Bisogna essere presenti nel posto e nel momento in cui la tua audience è raggiungibile”. Nonostante questo, continua Sider, “per quanto riguarda la possibilità di guadagnarci direttamente, temo che la risposta sia, per il momento, no”. Ma i social media, possono essere visti da diversi punti di vista: “se si guarda ad essi dal punto di vista dell’engagement dell’audience e della creazione di brand equity attorno alle conversazioni che riguardano il tuo brand, allora certamente c’è un return on investment”. Da un punto di vista commerciale, comunque, Sider è ottimista: “mi aspetto che i broadcaster trovino un modo di monetizzare grazie ai social media ma, al momento, che questo avvenga non è stato ancora provato”.

A Frontiers of Interaction si è anche discusso di come l’ecosistema mediatico sia stato rivoluzionato dall’impatto del digitale, specialmente dal punto di vista dei giornali. Vincent Sider ha un’opinione chiara sul ruolo di Internet come motore di cambiamento radicale e, nel caso della carta stampata, di “distruttore” del modello di business classico: “come consumatore di notizie e di contenuti, mi piace sapere come le notizie si relazionano su un piano personale. C’è una questione strutturale: sin dall’inizio, a nessuno è mai davvero piaciuto il modello broadcast dove ‘le notizie sono queste, punto’. Probabilmente, questa impostazione è sempre stata presente e, ora, stiamo entrando in una nuova fase”.

Photo credits: Frontiers of Interactions / Flickr CC

 

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