La stampa online in Italia: nuovi orizzonti e vecchie abitudini

8 Luglio 2011 • Digitale, Giornalismo sui Media • by

Il giornalismo italiano, a mezzo stampa o televisivo, non vanta una particolare tradizione in fatto di trasparenza e strumenti  redazionali volti a garantirla. Al contrario della stampa anglosassone infatti, quella italiana non ha mai avuto  l’abitudine di pubblicare una rubrica quotidiana degli errori, oppure di avvalersi di un figura redazionale come quella dell’ombudsman. Ma vale lo stesso per il giornalismo online, tanto più che grazie ai nuovi strumenti di interazione e condivisione i giornali e i siti di informazione online sono – o vorrebbero essere  – più aperti  nei confronti del  loro pubblico?

Per scoprirlo, l’Osservatorio europeo di giornalismo, nell’ambito di una ricerca comparativa che ha interessato diversi Paesi europei e che trovate qui, ha analizzato i siti dei tre maggiori quotidiani italiani in termini di diffusione cartacea e di visite sul web – Repubblica.it (857.000 visitatori unici giornalieri), Corriere.it (552.000)  e Lastampa.it (157.000) – dei tre più importanti telegiornali – TG1, TG5, TG La7 – e un portale informativo esclusivamente online come quello de IlPost.it nato solo un anno fa.

I risultati non sono confortanti: le caratteristiche proprie di un certa tradizione cartacea si rispecchiano anche nel giornalismo online, differenziandosi solo per qualche buona innovazione resa possibile dal mezzo digitale. Almeno per quanto riguarda la stampa scritta. Per quel che concerne la televisione, come vedremo, mancano totalmente i presupposti per parlare di trasparenza e coinvolgimento del pubblico online.

In generale, nessuna delle testate digitali analizzate risulta avere una rubrica per rettificare gli errori, né dispone di un ombudsman e manca un’indicazione precisa del codice etico adottato dalla redazione e dal giornale.

Per contro, in fatto di trasparenza, emergono positivamente l’iniziativa intrapresa da Repubblica.it di mostrare in video streaming la riunione di redazione del mattino e la politica della Stampa.it di rendere note, fornendone un chiaro elenco, le proprie fonti.

Altro aspetto positivo, anche se non proprio originale: tutte le testate permettono ai lettori di commentare gli articoli, condividere e diffondere materiale tramite i social network, alimentare la discussione attraverso blog gestiti dai giornalisti.

In questo contesto ha una marcia in più un sito come IlPost.it che nasce esclusivamente per il web e ha le tipiche caratteristiche del blog: i link, a differenza degli altri quotidiani, non solo sono presenti in gran numero ma rimandano a fonti e materiale esterni, lo sviluppo di una formula di crowdsourcing come quella di “Social TV” che consente ai lettori di commentare in tempo reale i principali talk show della televisione italiana, oppure il “Sunday Post” una pagina settimanale pubblicata ogni domenica in homepage che raccoglie gli articoli più apprezzati dei lettori.

Molto deludenti i siti web dei telegiornali che, ad esclusione del TG1, non hanno neanche un proprio sito indipendente. Segno che la TV in Italia, quella privata come quella pubblica, stentano a rinnovarsi.

Dunque guardando al quadro nel suo complesso, da un lato  si evince una certa tendenza a voler migliorare in fatto di trasparenza e qualità dell’informazione, dall’altro si apprende quanto sia difficile per il giornalismo italiano, e dunque anche per quello online, staccarsi da una tradizione ormai desueta e coltivare una nuova mentalità meno elitaria e chiusa e più aperta e democratica, in grado di percepire il lettore come un valido interlocutore e una preziosa risorsa e non come il destinatario ultimo e passivo di un messaggio.

La Repubblica.it

Stando a quanto riporta l’ultimo rapporto Audipress (2011/5) Repubblica.it è il quotidiano online più apprezzato in Italia con 857mila visitatori quotidiani. Versione online del cartaceo “La Repubblica”, secondo quotidiano italiano per numero di lettori. La testata cartacea è stata lanciata nel 1976 da Carlo Caracciolo ed Eugenio Scalfari, all’epoca direttore del settimanale “L’Espresso”. Attualmente il giornale e il suo sito web sono editi dal Gruppo Editoriale L’Espresso, controllato dalla holding CIR di Carlo De Benedetti. Il quotidiano è diretto da Ezio Mauro mentre la testata online, curata dalla Divisione Digitale del gruppo, vede Vittorio Zucconi quale direttore responsabile. Repubblica.it è stato lanciato nel 1997 e si è presto inserito sul mercato come uno dei principali siti d’informazione in Italia e presenta le caratteristiche più frequenti dei siti online di quotidiani di grande diffusione. Repubblica.it è realizzato dalla redazione online che si occupa esclusivamente dei contenuti del portale. Dal sito è possibile visualizzare un elenco completo dello staff nella sezione “Redazione” e contattare tutti i giornalisti tramite indirizzo mail ma non sono previste biografie. Allo stesso modo sul fondo della homepage si può accedere da un link al sito del Gruppo Editoriale L’Espresso e alle informazioni sulla società editrice. Da qui è anche possibile visualizzare grazie al link “Scriveteci” gli indirizzi mail dei diversi dipartimenti della redazione e del servizio clienti per segnalazioni o richieste. Tuttavia non tutti gli articoli portano una firma in calce: in alcuni casi è possibile vedere il nome completo dell’autore, ma in altri i pezzi non portano alcuna firma, dicitura generica o sigla. Sul sito non è illustrata la policy editoriale relativa all’attribuzione degli articoli. Come da tradizione per i media italiani anche su Repubblica.it non sono previsti nè un ombudsman, nè un codice etico. Il sito, con il servizio “Repubblica Domani”, è stato però il primo in Italia tra i quotidiani a fornire il webcast delle riunioni di redazione in cui è presentato il giornale in uscita il giorno seguente. L’iniziativa è interessante soprattutto perché quotidiana e fornisce un servizio di reale trasparenza. Non è presente un “blog della redazione” che tratti del lavoro dello staff e anche la pagina di Vittorio Zucconi affronta temi di attualità come gli altri blog affidati ai giornalisti a seconda del tema trattato. Mancano i forum per i lettori e anche i commenti non sono previsti per tutti gli articoli, ma solo in alcuni casi.

Questa assenza di costanza nella presentazione delle pagine rende la navigazione eccessivamente rapsodica e disorientante. Anche i link negli articoli non sono frequentissimi e appaiono con due diverse impostazioni: inseriti direttamente nel testo o elencati, in modo appariscente, in rosso maiuscolo. Più utili sono invece i collegamenti posti in calce ai testi alla dicitura “Sullo stesso argomento” che consentono l’approfondimento delle notizie date. La connessione con i social network è molto sentita e ogni articolo porta i tasti per la condivisione su Twitter, Facebook e altri social network. A sua volta la sezione “Most viewed” è visualizzabile su ogni pagina del sito. Anche il crowdsourcing è considerato una risorsa e spesso il sito si apre alla partecipazione degli utenti tramite l’organizzazione di petizioni e gallery fotografiche di sensibilizzazione su alcune tematiche scottanti della politica italiana. Nei giorni della rivolta libica del 2011 dal sito di Repubblica.it è stato possibile seguire la discussione su Twitter in tempo reale. Lodevole è l’offerta multimediale di Repubblica TV, disponibile anche tramite digitale terrestre, e il suo palinsesto informativo ricco di interviste e dirette spesso in esclusiva.

Corriere.it

Il sito web del Corriere Della Sera è online con il dominio corriere.it dal 1998. Editore del sito web, come per l’edizione cartacea del Corriere, è RCS Media Group, evoluzione del Gruppo Rizzoli che ha acquisito il quotidiano di Via Solferino nel 1974. La gestione e lo sviluppo del sito sono curate da RCS Digital, società del gruppo dedicata alle iniziative editoriali sui media digitali. Corriere.it è la versione internet del Corriere Della Sera ed è strutturato secondo le linee guida dei classici siti online di storiche testate giornalistiche. I contenuti del sito sono realizzati dalla redazione online centrale e dalle varie locali che si occupano degli articoli per le versioni web del Corriere. Non sono disponibili sul sito né un organigramma della redazione né dati sui giornalisti responsabili dei contenuti. Gli articoli possono avere in calce la firma degli autori o essere siglati dalla dicitura “Redazione online”. Alcuni pezzi, invece, o non riportano alcuna firma o segnalano esclusivamente la fonte da cui è tratta la notizia, indicando ad esempio l’agenzia di stampa che ha diffuso il comunicato. Solo in alcuni casi, ove presente, cliccando sulla firma dell’autore di un articolo è possibile accedere a un archivio con tutti i contenuti sviluppati dal medesimo autore.

Sul sito non è comunque chiarito esplicitamente quale sia la policy seguita dalla testata per l’attribuzione dei pezzi né è indicato un criterio costante secondo il quale sono attribuite le firme agli articoli. Sul fondo della homepage sono presenti i dati della società editrice, insieme ai recapiti e al form di contatto, disponibile al link “scrivi”, attraverso il quale è possibile contattare le redazioni del quotidiano e della versione online per segnalare errori tecnici o avere informazioni sugli abbonamenti o sui servizi offerti. Non sono invece disponibili i recapiti mail diretti dei giornalisti. Non sono presenti inoltre né un ombudsman né è consultabile un codice etico.

Corriere.it punta molto alla discussione con i suoi lettori: dalla homepage, infatti, è possibile accedere a numerosi forum tematici gestiti e moderati da alcune delle firme più prestigiose del quotidiano. Aldo Grasso, ad esempio, gestisce un forum di discussione sulla tv, Maria Laura Rodotà uno di costume e a Sergio Romano è affidata la popolare rubrica “Lettere dei lettori”. Gli utenti possono inoltre inserire i propri commenti a tutti gli articoli tramite la funzione “commenta” inserita in calce. L’attenzione per la condivisione dei contenuti tramite social network è notevole e ogni articolo di corriere.it è accompagnato in testa da numerosi bottoni che consento di linkare direttamente su Facebook e Twitter, insieme al comando “consiglia”. Molto utile è anche la possibilità di ricevere i feed RSS sul proprio reader: la sezione è molto efficiente e consente un’ampia possibilità di configurazione tematica o geografica tra le diverse edizioni locali. L’attenzione per i social network è ulteriormente accentuata dalla presenza, in homepage, di una sezione “Corriere.it su Facebook” dove vengono messi in evidenza gli articoli più linkati e apprezzati su Facebook ed è possibile monitorare anche le attività dei propri amici Facebook con i link proveniente dal sito. Aprendo un articolo, invece, è possibile vedere la sezione “Più letti” nella sua impostazione più classica, calcolata in base agli accessi. Quanto a crowdsourching è presente un esperimento connesso a viaggi.corriere.it dove gli utenti possono pubblicare propri report di viaggio e gallerie fotografiche che vengono riprese anche sulla home page del sito del Corriere. Infine il sito non presenta link verso risorse esterne, né deep links negli articoli verso fonti o materiali disponibili in rete. Anche i contenuti video provengono da Corriere TV mentre gli unici link ad altre testate riguardano quelli della Gazzetta Dello Sport, altro quotidiano di RCS, presentati tramite una sezione apposita in homepage. Interessante dal punto di vista della trasparenza è la possibilità di avere accesso ai dati Audiweb sul traffico del sito; essi però sono accessibili dalla pagina dedicata a corriere.it sul sito di RCS Digital e non direttamente sul portale del quotidiano.

Lastampa.it

La Stampa fondata nel 1867 a Torino,  è edita dall’Editrice La Stampa Spa controllato dal gruppo FIAT tramite la holding Itedi. Direttore dell’edizione cartacea come di quella online è Mario Calabresi. I contenuti del sito web sono redatti dalla Redazione Web che si occupa espressamente degli articoli pubblicati in rete. Lastampa.it è attivo dal 1998 e nel 2008 si è dotato di una versione per tablet. Dal fondo della home page è possibile visualizzare molti dati riguardanti la proprietà e lo staff del quotidiano e della sua versione web. La sezione “Gerenza” indica i riferimenti societari, la direzione, i recapiti della redazione, le fonti utilizzate (agenzie stampa e agenzie fotogiornalistiche) per la raccolta delle informazioni – caso unico tra i principali quotidiani italiani – e i media partners. I dati societari sono poi replicati più approfonditamente anche nell’omonima sezione. Cliccando su “Stabilimento”, invece, si ha accesso a diversi dati e video riguardanti lo stabilimento de La Stampa dove il giornale, insieme ad altre testate, viene stampato. Ci si può inoltre mettere in contatto con la redazione dal link “Scrivi alla redazione” dove vengono indicati numerosi indirizzi mail generici degli uffici e un elenco alfabetico di tutti i giornalisti con il relativo contatto di posta elettronica. La redazione Online presenta il proprio organigramma con l’elenco dei giornalisti attivi e il proprio indirizzo mail come le redazioni locali e quelle tematiche. Il servizio di indicizzazione dei nomi dei giornalisti è chiaro e completo e garantisce la massima accessibilità dello staff redazionale. Anche a lastampa.it manca un ombudsman, un codice etico, una sezione di correzione degli errori e un “blog della redazione” dove comunicare decisioni o notizie relativa al lavoro giornalistico presso il giornale. Il direttore Calabresi cura quotidianamente la classica rubrica delle lettere al direttore. Le firme o le sigle in calce agli articoli dell’edizione online sono rare e appaiono solo in pochi casi; la maggior parte dei pezzi non sono firmati né siglati in alcun modo. Al contrario, nella sezione “Opinioni”, accessibile da un link posto subito sotto la testata, tutti i pezzi recano il nominativo dell’autore e dell’eventuale responsabile della traduzione. Nella medesima sezione è anche disponibile un esperimento di crowdsourcing detto “Editoriale dei lettori” con indicazione dell’autore e una brevissima nota biografica. Sono presenti anche alcuni sondaggi proposti ai lettori su temi di attualità o costume insieme a dei forum suddivisi per argomento. Dalla homepage del sito si possono leggere diversi blog curati da giornalisti de La Stampa o linkati tramite la versione italiana dell’aggregatore di blog Global Voices che consente la pubblicazione di post tramite licenze Creative Commons. A mancare sorprendentemente è la possibilità di commentare gli articoli e allo stesso modo i link esterni non sono frequentissimi e portano esclusivamente ad altri pezzi pubblicati sul sito de La Stampa. Funzionale invece è il modo in cui gli articoli sono indicizzati in home page: al di sotto dei titoli caldi dell’articolo principale sono disponibili link ad altri pezzi relativi al medesimo argomento. La navigazione può quindi aprirsi in più direzioni e garantire un’esperienza di lettura più approfondita. Vi è una sezione “Più letti, più visti” ma al momento della nostra analisi i dati non erano disponibili. Dalla medesima pagina è possibile accedere al canale de La Stampa su Youtube e ai profili Facebook e Twitter del giornale. I bottoni di condivisione per i maggiori social network sono disponibili per tutti gli articoli con una grafica semplice e intuitiva.

Ilpost.it

Il Post è l’ultima iniziativa editoriale di Luca Sofri, giornalista e blogger tra i più attivi nella blogosfera italiana, che ne è il direttore responsabile. Il sito è stato lanciato il 20 aprile 2010, non ha un editore di riferimento e la start-up è stata sostenuta da alcuni finanziatori, mentre tutte le entrate derivano dalla pubblicità, gestita da Banzai insieme alla veste grafica. Il Post ha una redazione di cinque giovani interni reclutati online e si appoggia alle firme di alcuni blogger e personalità del  lavoro culturale in Italia che si occupano dei blog affiliati. Il Post non fa reporting diretto ma diffonde notizie trovate in rete. Lo stesso Sofri ha definito la testata come “un prodotto elitario per maggioranze” per via dell’ampio range di temi trattati (politica, esteri, tecnologia, media, cultura) e dello stile innovativo. Trattandosi di un super-blog, una nuova formula a metà strada tra un blog e una testata online classica alla maniera dell’Huffington Post, Il Post rappresenta una vera e propria novità per la rete italiana. Progetto e stile sono entrambi figli di internet e della sua filosofia e conseguentemente anche il modo in cui la testata gestisce la trasparenza delle sue fonti e dei suoi contenuti si muove in direzioni differenti da quelle normalmente intraprese dalle altre testate online tradizionali, spesso riproposizione di una pubblicazione cartacea preesistente. Gli articoli de Il Post sono frutto della redazione interna del sito, post dei blog di autori affiliati o semplici segnalazioni di contenuto sviluppato altrove in rete. In qualsiasi caso il layout dell’impaginazione dei pezzi non subisce modifiche sensibili, garantendo ai lettori una costante riconoscibilità e la massima interattività, prima garanzia di trasparenza per un format di questo tipo. Ogni contenuto pubblicato è ricco di link che riportano altrove nella rete. Come è tipico di tutti i blog, i link sono inseriti direttamente nel testo tramite parole calde e portano alle fonti delle notizie, ad articoli italiani o esteri, ad altri blog o a materiali pubblicati su youtube che sviluppano ulteriormente le possibilità di lettura e approfondimento. Spesso i video sono inseriti direttamente negli articoli in modo da non rendere necessario il passaggio alla piattaforma originale che li ospita.

Non è prevista una sezione in cui costantemente la redazione segnala o corregge i propri errori né è prevista la figura di un ombudsman, ma è possibile inviare un feedback o un suggerimento alla redazione tramite un form ben visibile sulla homepage del sito intitolato “Hai un consiglio per il Post?”. La redazione ha inoltre un proprio blog in cui si rivolge direttamente ai lettori, segnalando, ad esempio, alcune modifiche ai tools del sito o chiarendo la propria policy in fatto di nuove collaborazioni. L’interazione con i lettori è molto sentita e tutti i contenuti de Il Post sono aperti ai commenti ai quali prendono parte anche i redattori e il direttore Sofri in prima persona. La discussione tra Il Post e i suoi lettori è ulteriormente incoraggiata tramite numerosi bottoni di condivisione posti in calce a tutti gli articoli che consentono di postare le pagine del sito sui maggiori social network, in modo da far proseguire la discussione. Molto interessanti dal punto di vista della condivisione e del crowdsourcing sono gli esperimenti di “Social tv” tramite i quali Il Post ospita sulle proprie pagine il commento in tempo reale da parte dei lettori, connessi tramite Friendfeed, dei maggiori talk-show politici italiani. Innovativo è anche il modo in cui la redazione de Il Post fornisce la classica indicizzazione “most viewed, commented, rated”; ogni domenica la homepage del sito si apre con Sunday Post, pagina in cui la redazione fa il punto sulla settimana appena conclusa, segnalando gli articoli più letti, quelli maggiormente apprezzati dallo staff o i più cliccati sui blog affiliati.

Alcune pecche dal punto di vista della trasparenza riguardano l’accessibilità alle risorse della redazione: l’assenza di firme in calce agli articoli, spesso segnalata nei commenti dai lettori, come le parche informazioni sullo staff redazionale disponibili alla voce Chi siamo rendono poco chiara la genesi degli articoli e la loro attribuzione. Solo nella sezione “Blog”, dove sono linkati i blog affiliati si può rintracciare qualche informazione sugli autori, seppur molto sintetiche.

Telegiornali: sito del TG1, TG5, TGLa7

Anche i maggiori telegiornali italiani appartenenti sia alle reti commerciali che a quelle di servizio pubblico sono dotati di un sito internet. Tg1 (Rai), Tg5 (Mediaset) e TgLa7 (La7), i tre tg qui presi in esame, hanno una propria home page di riferimento con caratteristiche simili. Solo nel caso del Tg1 è però possibile parlare di sito internet vero e proprio in quanto la versione web dei due restanti telegiornali si limita a essere una sezione inglobata nel dominio della propria rete di riferimento. Il sito del Tg5 è addirittura una semplice sezione di TGCOM, portale web d’informazione del gruppo Mediaset. Questa caratteristica comune a tutti i siti analizzati delinea uno scarso interesse nei confronti della rete applicata alla televisione e un superficiale utilizzo delle sue potenzialità. L’impostazione comune, nonché un servizio previsto da tutte le tre testate analizzate, sembra essere improntata alla semplice possibilità di rivedere a distanza di tempo i servizi o le edizioni andate in onda in televisione. I siti web appaiono come semplici appendici delle trasmissioni televisive e non servizi aggiuntivi o paralleli a queste ultime.

Questi siti internet, più che quelle di una piattaforma informativa, sembrano assumere le fattezze di una semplice vetrina, per lo più monodirezionale, dalla scarsa interattività e ben poco trasparente. Solo il sito del Tg1 ospita una sezione in cui è possibile visualizzare l’organigramma della redazione responsabile dei contenuti e della messa in onda del telegiornale: sono previsti nomi e foto suddivisi per sezioni ma non è disponibile alcun recapito dei giornalisti né della redazione in genere. I siti del Tg5 e del TgLa7 non contemplano del tutto alcuna indicazione in merito al personale redazionale. Il telegiornale di Mediaset si limita a dare indicazione di un contatto mail per scrivere alla redazione, mentre il Tg di Enrico Mentana rimanda al customer care della propria emittente. Il sito del tg Rai propone notizie video accompagnate da testo, anche se non sempre. I testi possono essere semplici didascalie ai servizi video come articoli veri e propri a margine dei filmati o pezzi indipendenti;  in nessun caso verrà riportata la firma o la sigla dell’autore. La formula è utilizzata anche dal telegiornale di La7 insieme al medesimo difetto di attribuzione dei pezzi. Nel caso del Tg5 cliccando sui titoli delle notizie si ha accesso al sito di Video Mediaset dove sono ospitati i servizi andati in onda in televisione senza alcun commento giornalistico ulteriore.

Non sono previsti in nessuno dei tre casi deep links verso l’esterno e i siti appaiono sostanzialmente isolati dal resto della rete. L’interattività con i lettori sul web è affrontata in modo diverso dai tre telegionarli: il Tg1 e il Tg5 non consentono commenti alle notizie mentre è possibile dire la propria sul sito del Tg di La7 dove è anche annunciato un forum, ospitato dalla pagina web della rete, non disponibile al momento della nostra analisi. Sezione degli errori o ombudsman non sono contemplati in nessun caso e solo La7 mette a disposizione il proprio “codice media e minori”.  Mancano anche sezioni classiche come “Most viewed, commented” o quella dei blog, presente solo sul sito del Tg1 dove vengono linkate alcune pagine personali di collaboratori del telegiornale insieme ai discussi “Editoriali” del direttore Minzolini. A essere favorita su tutti i siti analizzati è invece la connettività con i social network: i siti di Tg1, Tg5 e TgLa7 sono ricchi di bottoni per la condivisione delle proprie pagine. Solo il sito del Tg1 però linka direttamente i propri profili su Facebook e Twitter dalla home page, mentre dal sito del tg di Canale 5 si può “diventare fan” della pagina di TGCom. La7 e Rai1 forniscono anche un’applicazione per iPhone per accedere direttamente alla pagina web del proprio telegiornale tramite lo smartphone Apple mentre tutti e tre i telegiornali offrono un più obsoleto servizio di sms in tempo reale.

Tags:, , , , ,