Due considerazioni sullo scoop dei file del Pentagono pubblicati da Wikileaks.
La prima: orientare l’insieme dei media è molto più facile di quanto accademici e giornalisti siano disposti ad ammettere. Sapendo che l’80% delle notizie è di fonte istituzionale, la trasparenza dell’informazione dipende innanzitutto dalla correttezza di chi opera all’interno delle istituzioni.
Se il governo o, nel caso specifico, la Casa Bianca e il Pentagono decidono una linea e riescono a imporre una disciplina ai propri funzionari, dunque a evitare fughe di notizie sgradite, riescono a orientare non un giornale, ma l’insieme dei mezzi di informazione.
Purtroppo, come dimostrato nel saggio Gli stregoni della notizia gli scoop siano sovente illusori, in quanto impiantati ad arte da chi detiene il potere. La vicenda di Wikileaks rafforza questa convinzione: per sei anni il Pentagono ha nascosto notizie colossali. Non una, ma tante, tantissime; in teoria sarebbe stato facile venirne a conoscenza, perlomeno in parte, considerata anche l’arco di tempo, piuttosto ampio. Invece nessun giornalista, nemmeno d’inchiesta è riuscito a bucare la ferrea disciplina dell’ufficio comunicazione di Pentagono e Casa Bianca.
Periodo nel quale all’opinione pubblica, americana e internazionale, sono state propinate tantissime frottole. Purtroppo però questa è una problematica che il mondo dei media tende ad ignorare o a dimenticare facilmente, il che agevola il lavoro degli spin docotro, i quali, superata l’emozione del momento, possono continuare come prima, affinando le loro tecniche.
La secoda considerazione riguarda il rapporto tra vecchi e nuovi media. A questo riguardo segnalo l’editoriale di Luca de Biase, sul Sole 24 Ore, secondo cui questa vicenda segnala l’interazione tra l’informazione online (Wikileaks) e i media tradizionali. Wikileaks ha avuto accesso a fonti straordinarie, ma per valutarle ha dovuto avvalersi dell’esperienza, della competenza e della professionalità dei giornalisti tradizionali. Scrive De Biase:
“Di fronte alla ricerca dei fatti, i giornali e le piattaforme nate per il web possono essere simbiotiche: internet apre enormi varchi in qualunque sistema di secretazione delle informazioni, mentre le redazioni dei giornali possono portare metodo, esperienza e qualità.”
Frase da meditare.
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