Agli albori della Rete italiana c’era Roberto D’Agostino. Il suo Dagospia, lanciato nel 2000, sembrava una scommessa più che una prospettiva per il futuro. Undici anni fa l’informazione online era prerogativa principalmente dei grandi quotidiani che volevano dotarsi di una propria pagina web, sorretta dalla solidità e dai capitali dei propri editori non ancora colpiti dalla crisi. Anche la blogosfera era in uno stato embrionale, popolata com’era da pionieri della navigazione e tecnocrati. Nel frattempo molto è cambiato, la rete è cresciuta ed è diventata adulta in salute. I modelli statunitensi dell’Huffington Post e del The Daily Beast – il superblog che di recente ha acquisito il gigante della stampa americana Newsweek – hanno stimolato anche nel Bel Paese, nonostante l’arretratezza tecnologica e la scarsa diffusione della banda larga, il nascere di diverse testate esclusivamente online dedicate alle news. Lo scenario appare migliore di quanto si potrebbe immaginare grazie alle intuizioni e all’iniziativa di alcune start-up.
Su questo argomento Carola Frediani ha pubblicato sull’Espresso un’analisi dei dati Audiweb del mese di gennaio 2011, facendo il punto della situazione sul traffico e lo stato finanziario dei maggiori siti informativi della rete italiana. Importante è notare come il modello stesso del giornalismo online si sia evoluto nel corso dell’ultimo decennio ampliando nettamente le sue prospettive: dai toni sensazionalistici e i contenuti “gossippari” di Dagospia si è passati a progetti più istituzionali dalla qualità più alta, rivolti a un pubblico più attento, tecnologicamente aggiornato e dal profilo più internazionale. Start up come IlPost, Linkiesta e Lettera43 rappresentano gli esempi più interessanti di questa nuova formula che sta trovando spazi, click e un suo pubblico.
Guardando i dati si nota come il divario tra le versioni web dei quotidiani cartacei e i portali solo online sia radicale. Repubblica.it e Corriere.it, uniche due testate a superare il milione di visitatori giornalieri, guidano la classifica degli accessi con un distacco netto rispetto a qualsiasi altro dominio. Anche la Gazzetta Dello Sport, che si attesta al terzo posto con poco più di seicentomila contatti quotidiani, fatica a raggiungere i numeri dei suoi predecessori. La leadership nella rete dei due quotidiani si può spiegare con il successo delle loro versioni cartacee, la tradizione radicata e il riconoscimento pressoché unanime del loro status di giornali di riferimento. Questi dati non stupiscono riportano, nel complesso, i rapporti di forza delle testate quotidiane vendute in edicola. A segnalarsi è invece l’exploit de Il Fatto Quotidiano, giornale di opinione lanciato nel 2009 che nonostante la giovane età registra già una quota di visite giornaliere di rilievo, superiori alle duecentocinquantamila.
Tutti i news provider solo online raggiungono numeri nettamente inferiori, ma il loro stato di salute sembra essere in crescita. Dagospia guida la classifica (84803 contatti), ribadendo come quel modello funzioni ancora anche dal punto di vista finanziario grazie a utili che nel 2009 avrebbero superato i centomila euro. A seguire troviamo Blitz Quotidiano (40309 accessi), portale ideato da Marco Benedetto (ex-Espresso) costruito sul modello dello statunitense Drudge Report, su contenuti generalisti e su un tono “strillato”, accattivante e diretto. Seguono i portali più innovativi e di recente messa online che delineano, soprattutto, un nuovo modello di informazione anche dal punto di vista economico. Qualità dei contenuti, profilo raffinato e buoni investimenti iniziali sembrano essere i motori del successo di queste testate. IlPost, la creatura di Luca Sofri nata nel 2010, raccoglie ventottomila accessi quotidiani linkando e segnalando notizie e contenuti provenienti dalla rete. I finanziamenti iniziali, sulla cui provenienza nulla di ufficiale è stato rivelato, ammonterebbero a un milione di euro, sostenuti e gestiti da Banzai, uno dei giganti della rete italiana, che ne cura anche la raccolta pubblicitaria. Lettera43 con ventiduemila accessi giornalieri si segnala come seconda forza di questo settore. Gruppi finanziari e industriali di rilievo come la holding Sator hanno finanziato con cinque milioni di euro il lancio del portale il cui punto di pareggio sarebbe previsto tra il terzo e il quarto anno di attività. Lettera43 punta al mescolamento e al ribaltamento della gerarchia delle notizie, fornendo contenuti di ogni genere cercando di capitalizzare quanti più accessi possibili in settori diversi dell’utenza internet. Linkiesta ha invece solo due mesi di pubblicazioni all’attivo ed è sorretta da una struttura societaria liquida, costituita da una settantina di soci che non possono, per statuto, detenere più del 5% delle quote che ammonterebbero a un capitale complessivo di circa un milione di euro. Linkiesta è inoltre l’unico sito a dichiarare di voler guardare in futuro oltre la pubblicità, affiancandole dei contenuti a pagamento. Il taglio del portale diretto da Jacopo Tondelli punta all’economia, alla politica e agli esteri: obiettivo fissato a venticinquemila accessi giornalieri medi. Traguardo tutt’altro che lontano se solo nel primo giorno di attività il sito ha fatto registrare ottomila accessi.
Il sostegno di investitori inziali di rilievo a progetti ambiziosi e rischiosi sembra testimoniare un nuovo interesse del settore produttivo per l’editoria online, settore dove forse non sarà possibile, in un paese piccolo dove tradizionalmente si legge poco come è l’Italia, replicare i successi di Arianna Huffington ed Henry Blodget negli USA ma di sicuro sembra sempre più semplice realizzare prodotti interessanti e ad alto potenziale. Gli accessi crescono insieme alla diffusione della rete e del numero dei naviganti, insieme ai quali anche la raccolta pubblicitaria è destinata ad aumentare. La rete si espande e la scommessa sembra assumere tinte sempre più solide: è emblematico vedere come gli accessi ai siti siano spesso “di qualità”. Frediani nel suo articolo segnala come la metà degli accessi a IlPost siano diretti, un terzo proveniente da Google e i restanti in arrivo da Facebook e altri social network, altro punto di forza di queste testate spesso intelligentemente presenti con le loro pagine. Si può interpretare il dato come sintomo di una sempre più convinta familiarizzazione degli internauti con queste testate, riconosciute ora come credibili e autorevoli. Il successo di questi portali sarà nel medio periodo la loro stessa formula: ipotizzando uno scenario futuro forse lontano ma concreto, quando la rete sarà definitivamente alla portata di tutti e assorbita nel profondo dagli utenti, la necessità di contenuti pensati per una fruizione online sarà cruciale. E allora sapremo se questo modello potrà rappresentare, anche in Italia, lo standard per la diffusione delle notizie via modem.
Fonte immagine: www.webmasterpoint.org
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