Osservatorio europeo di giornalismo, 05.12.2009
Si intensificano progetti e iniziative per creare un’alternativa digitale alla lettura della carta stampata. Oltre all’iniziativa che fa riferimento ad Amazon.com e all’e-reader Kindle – iniziativa attraverso la quale un nutrito gruppo di aziende editoriali permettono già adesso, attraverso la sottoscrizione di un abbonamento, la lettura del proprio giornale – si affianca oggi il progetto Skiff sostenuto dalla Publisher Hearst Corp., uno dei grandi gruppi editoriali americani che distribuisce centinaia di giornali tra cui il San Francisco Chronicle
Su Kindle vi sono pareri controversi. Marco Pratellesi, responsabile di Corriere.it, per esempio: “non ne comprendo proprio l’utilità. Anzi mi pare un controsenso. Dovrei comprare un e-reader sul quale scaricare tutte le mattina un giornale che poi resta uguale a se stesso per tutto il giorno. Tanto vale comprare il giornale in edicola, no? Diverso sarebbe se il quotidiano per i lettori elettronici venisse aggiornato più volte al giorno.”
L’ultimo modello messo in circolazione in questi ultimi mesi da Kindle è un e-reader con schermo da 6 pollici il cui costo è di 259 dollari. I giornali che assicurano ai propri lettori la lettura via e-reader sono sempre più numerosi. Tra questi, negli Stati Uniti il New York Times, il Wall Streeet Journal e il Washington Post, in Francia Le Monde, in Germania la Frankfurter Allgemeine, in Italia La Stampa, in Spagna El Pais ed El Mundo, in Grean Bretagna il Times e il Daily Telegraph. Chiunque voglia aprire una nuovo abbonamento può attivarlo andando sul sito di Amazon; mediamente il costo è 22,99 dollari mese negli Stati Uniti e 19,99 in Europa. Per un completo catalogo vedi qui.
E proprio dall’esperienza di Kindle e dalle critiche espresse nei confronti dell’e-reader di Amazon, nasce il progetto Skiff di Hearst, Secondo il Gruppo editoriale Kindle è troppo limitativo, poco flessibile rispetto alle esigenze di un editore. Hearst vuole migliorare l’efficacia nel modo in cui il giornale può essere letto sull’e-reader e, allo stesso tempo, impostare una modalità di fruizione economicamente più efficiente che possa far leva sulla capacità di inserire contestualmente ai contenuti anche la pubblicità.
Secondo quanto riportato dal WSJ, Amazon trattiene una quota pari al 70% del costo della sottoscrizione, il che significa che il il servizio Kindle è soprattutto un business per Amazon e non tanto per i singoli giornali. I ricavi per gli editori sono del 30%, ovvero, facendo riferimento al prezzo medio degli abbonamenti mensili, equivalente a circa 6 dollari mese.
L’idea di Hearst, prevede sia la disponibilità di un e-reader di nuova concezione, un progetto sviluppato in partnership con la societa First Paper, sia lo sviluppo di una piattaforma software in grado di erogare servizi digitali su un insieme di device eterogenei, tra questi vengono menzionati l’iPhone di Apple così come i pc portatili di nuova generazione, come i netbook. “Vogliamo creare un prodotto sviluppato da editori per le esigenze degli editori”. Ecco quindi un approccio del tutto nuovo che contempla sia la creazione di contenuti, sia la distribuzione di essi attraverso un prodotto su cui l’azienda editoriale esercita un pieno controllo.
Il progetto Hearst si configura come una possibile nuova sperimentazione, un percorso di ricerca che ha l’obiettivo di definire nuovi modelli di distribuzione dei contenuti. Se da una parte può portare all’individuazione di formule più redditive per gli editori, dall’altra lascia intendere che il mercato dell’e-reader sarà sempre più condizionato da iniziative di singoli gruppi o consorzi editoriali mentre sfuma l’ipotesi di una convergenza globale verso un’unica piattaforma, tra queste, la più accreditata è stata ed è Kindle che, di fatto, sino a questo momento, costituisce l’alternativa digitale proposta da molti giornali.
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