Il 6 ottobre si è svolto a Milano, nell’Aula Magna dell’Università Statale, il terzo dei convegni sul futuro del giornalismo organizzato dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia .
L’incontro è stato aperto da Letizia Gonzales presidente dell’Odg lombardo a cui ha fatto seguito la presentazione da parte di Enrico Finzi di una indagine realizzata da Astra Ricerche su un campione di giornalisti lombardi e veneti. E’ seguito poi un dibattito con Roberto Napoletano, Anna Maria Testa, Pier Gaetano Marchetti, Luca Telese, Marco Tarquinio e Massimo Tafi.
Letizia Gonzales ha ricordato che “Il nostro mestiere implica una grande responsabilità sociale, quella di comunicare verità scomode e di dare enfasi o meno ad alcune notizie. Senza libera stampa non c’è e non può esserci uno sviluppo etico del Paese”. La situazione non è facile: “Quali sono gli strumenti che garantiscono oggi al giornalista la sua indipendenza, oggi che è sempre più spesso soggetto alle pressioni degli editori, della pubblicità, in un contesto generale in cui i giornali cartacei perdono copie e profitti?. Non è un caso che i colleghi si dichiarino scontenti e pessimisti sul futuro della propria professione in relazione al tema dell’etica”.
Luca Telese ha sollevato questioni spinose: “Ammettiamolo: oggi l’etica non è uguale per tutti i giornalisti. Qual è il concetto di etica che sovrintende ai comportamenti dei giornalisti e perché veniamo indicati come Valter Lavitola o Luigi Bisignani? Gli istituti di categoria dei giornalisti non sono ancora riusciti a risolvere il problema e porre rimedio ai comportamenti, spesso criminali, tra i propri membri”. L’allarme per la difesa dell’informazione è diffuso: “ E’ evidente che a livello nazionale l’informazione è sotto scacco e che gruppi di potere stiano lavorando per imbavagliarla. Io ricevo quotidianamente centinaia di mail che mi invitano a resistere. E’ evidente che i cittadini si rendono conto che l’informazione è aggredita”.
Tre le aree esplorate da Astra Ricerche: i comportamenti e atteggiamenti per un giornalismo etico, il grado di eticità nel comunicare di diversi soggetti e quali azioni sarebbero utili per accrescere l’etica del giornalismo in Italia.
Secondo gli intervistati i comportamenti più importanti per un giornalismo etico sono evitare di fornire notizie false e inesatte (82.6%) e verificare con accuratezza la verità dei fatti (76.2%). L’etica però pare rimanere sul piano teorico dato che più dell’80% dei giornalisti interrogati pensa che la diffusione dei comportamenti etici nel settore sia nulla o bassa e solo meno del 20% pensa che i comportamenti corretti siano diffusi in maniera medio alta.
Se si analizza il grado di eticità di diversi media si salvano solo internet e la radio. Infatti Internet ottiene un voto medio di 6.7 e la radio di 5.9. Tutti gli altri media sono sotto la sufficienza: i periodici specializzati e non (voto 5.4 e 5.1); i quotidiani (5.1); la tv pubblica e privata (4.7 e 4.6). Se si analizzano le figure professionali la situazione non migliora: sono tutti da rimandare: i giornalisti (voto 5.1), le agenzie di relazioni pubbliche (4.9), gli editori (4.8), le istituzioni (4.8), gli investitori pubblicitari (4.7).
Secondo i soggetti interpellati i soggetti che difendono l’eticità del giornalismo sono Ordine (46%), la coscienza individuale dei giornalisti(42%) e il loro sindacato (26%). Fanalini di coda l’opposizione (8%), il governo (8%), i sindacati (6%), il parlamento (5%) e la maggioranza (4%).
Sul tema di quali attività e azioni andrebbero realizzate per accrescere l’etica del giornalismo in Italia le idee sembrano chiare: applicare le norme già esistenti, sospendere le sovvenzioni alle testate non etiche, accrescere controlli e sanzioni, ma anche migliorare la formazione dei giornalisti.
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