Prove di redazione trasparente

30 Aprile 2010 • Digitale, Etica e Qualità • by

Per chi non si fosse ancora accorto, da qualche giorno sul sito online di Repubblica, che recentemente si è fatto il lifting rinnovando grafica e layout, è possibile vedere le riunioni di redazione del mattino.

L’iniziativa si chiama “La Repubblica domani: come nasce il giornale che leggerete. Gli interventi dei responsabili dei settori, i fatti del giorno, gli inviati. Le nostre telecamere dentro Repubblica”. L’esperimento è all’inizio, per cui è presto per esprimere un giudizio. Ma è senz’altro una ecellente iniziativa per migliorare la trasparenza e la comprensione del processo produttivo delle notizie e anche per rendere più intimo e complice il rapporto con il lettore che ha la possibilità di vedere da vicino le firme che legge ogni giorno.

Quasi due anni fa sul sito Cristina Elia ha raccontato l’iniziativa analoga Redazione aperta della tv pubblica svedese:  svelare cosa succedeva dietro le quinte del telegiornale  della sera. Come?  Il sito internet della trasmissione metteva online i filmati delle conferenze di redazione e di altre discussioni tra giornalisti per permettere al pubblico di  capire e valutare meglio il prodotto che ogni sera consumava dal divano di casa propria.

Pioniere era  stato però il quotidiano locale di Washington “The Spokesman-Review” con il progetto  a tutto campo Transparent newsroom (Redazione trasparente) nel 2005. Oltre alla messa in rete dei filmati delle riunioni di redazione, il giornale coinvolgeva attivamente i lettori nel processo di produzione e di critica delle notizie permettendo loro di porre le proprie domande sulle decisioni editoriali e di intervenite nelle discussioni sul ruolo dei mass-media. Aveva creato sul sito una sezione apposita chiamata appunto Transparent Newsroom dedicata alla discussione delle immagini di cronaca e un blog che discuteva quotidianamente l’operato del giornale.

Ho usato il tempo passato per raccontare queste due iniziative perchè entrambe nel frattempo sono state interrotte. Sul sito del programma svedese di informazione Aktuellt l’ultimo video risale al giugno 2009 mentre il blog “News in a conversation” dello Spokesman-Review ha  chiuso nell’agosto del 2008 così come i filmati delle riunioni di redazione.

Cosa possiamo dedurne? Che il discorso sull’importanza della trasparenza è tutta una bufala? Che ai lettori o agli utenti in realtà non interessa  vedere le riunioni di redazione online, tanto meno intervenire sui temi trattati o sapere in anticipo quali notizie pubblicherà il giornale e con quali priorità? Insomma il discorso sulla trasparenza interessa solo gli addetti al settore, dunque chi fa informazione e non chi ne fruisce?

Noi dell’Osservatorio crediamo sia una valida iniziativa perchè:

•    la redazione tende a riflettere e ragionare di più
•    la credibilità della redazione ne esce rafforzata: si dimostra che non si ha nulla da nascondere
•    si eliminano le condizioni per eventuali teorie cospirative
•    la redazione riceve maggiori reazioni sul proprio operato
•    la distanza tra la redazione e il pubblico diminuisce
•    la redazione fa ciò che pretende da altri membri della società, cioè essere trasparente
•    si pongono le basi per comunicare con il proprio pubblico ad un livello più alto
•    chi si occupa di formazione giornalistica può approfittare di questo materiale che mostra i processi decisionali della professione

Certo  ci sono anche aspetti negativi da considerare:

•    la concorrenza può ottenere informazioni preziose
•    gli esperti di comunicazione (spin doctor) hanno più tempo per pianificare e reagire al lavoro giornalistico

•    le discussioni editoriali diventano meno spontanee e meno disinibite
•    si crea un falso senso di apertura
•    le vere decisioni vengono prese altrove
•    si può facilitare chi fa causa al giornale
•    serie ambizioni di trasparenza possono trasformarsi in meri esercizi di pubbliche relazioni
•    si fomenta ulteriormente un’immagine della redazione come fortemente egocentrica
•    ne risultano trasmissioni monotone

Seguiremo con attenzione l’esperimento di Repubblica, curiosi di scoprire se aprirà anche la conversazione al pubblico. E vediamo  se altri in Italia, e magari in Europa, seguiranno e con quali risultati.

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