Osservatorio europeo di giornalismo, 07.01.2010
Nel corso del 2009 sono stati uccisi 76 giornalisti, 16 in più di quanto avvenuto nel 2008, quando ne furono uccisi 60. Le cifre, rese note da Reporters Sans Frontiers (SFR), tratteggiano uno scenario allarmante, non solo per il numero di morti, ma per tutti i casi di cui sono stati oggetto giornalisti e persone impegnate nella diffusione di informazione: 33 rapimenti, 576 arresti, 1456 aggressioni. Quanto fornito da SFR è la cartina di tornasole che evidenzia la fragilità della democrazia a livello globale e le mille insidie cui è esposta la stampa libera in molte aree del pianeta.
157 sono i giornalisti che sono stati costretti ad abbandonare il proprio paese, 60 sono i paesi in cui è attiva una censura online. Diventa sempre più evidente l’azione di contrasto messa in atto in tutto il mondo nei confronti di blogger e dissidenti che esercitano la propria attività online. 151 sono stati gli arresti compiuti nei confronti di persone che fanno informazione via internet e, per la prima volta, RSF da notizia della morte di un blogger sottoposto a detenzione.
Il 2009 è stato segnato da due eventi senza precedenti: il più grande massacro di giornalisti compiuto in un solo giorno – 30 persone assassinate dalla milizia privata di un governatore delle Filippine – e l’ondata di arresti e fermi di giornalisti e blogger avvenuta in Iran dopo la controversa rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad.
I sequestri si sono concentrati in particolare in Afganistan, Messico e Somalia. Dopo tre anni dalla risoluzione dell’Onu per la protezione dei giornalisti nelle zone di guerra – avverte SFR – i governi si dimostrano incapaci di assicurare la necessaria protezione. Inquietante è l’aumento vertiginoso di aggressioni e minacce registrato nel 2009: 1456 contro le 929 del 2008. Il numero più alto lo si registra in America (più di 500 casi) e sono vicende per lo più legate a giornalisti che si occupano di traffico di droga,. E poi, ancora, l’Asia con particolare riferimento a Pakistan, Sri-Lanka e Nepal.
570 i giornali, radio o emittenti televisive che hanno subito una censura o sono state costrette a chiudere. E’ la Cina a continuare a essere il paese dove viene più utilizzata la censura su internet, ma casi sempre più numerosi si sono registrati in Iran, Tunisia, Tailandia, Arabia Saudita, Vietnam e Uzbekistan. Nonostante le Nazioni Unite continuino a ripetere che la prigionia è una punizione sproporzionata nei confronti delle offese a mezzo stampa, molti governi dispongono di leggi che consentono loro di infliggere una detenzione, dice SFR. A Cuba, Cina e Sri-Lanka e Iran le sentenze emesse nei confronti di giornalisti sono alla stessa stregua di quelle previste nei confronti di persone colpevoli di atti di terrorismo o crimini violenti.
Si assiste inoltre a un cambiamento sostanziale rispetto al passato. La maggior parte dei giornalisti deceduti sono morti nel proprio paese, non sono giornalisti stranieri, corrispondenti o inviati di testate dei paesi occidentali, “sono persone meno famose, che fanno meno notizia, ma che pagano il prezzo più alto per garantire un diritto all’informazione”, ha affermato Jean-Francoise Julliard, segretario generale dell’organizzazione.
Nonostante quanto abitualmente si è portati a credere diventa sempre più pericoloso essere presenti nelle zone di guerra e diventa più alta la possibilità di essere uccisi o sequestrati. Ma il pericolo e le minacce, come rivelano i dati di SFR, nel corso del 2009, si sono acuite in quelle aree dove si sono svolte elezioni e non, in zone propriamente di guerra. Internet, in questi casi, diventa il pericolo numero uno da combattere, in quanto si dimostra il media di comunicazione che consente di informare rapidamente a livello globale. Come testimoniano i recenti avvenimenti, vedi Iran, blog, twitter e siti internet sono gli strumenti di comunicazione più temuti proprio per il fatto che l’informazione che viaggia su internet da una immediata visibilità di quanto avviene in ogni parte del globo. Ecco, quindi, che i blogger sono tenuti sotto costante osservazione alla stessa stregua dei giornalisti. I maggiori nemici di Internet, secondo la classifica stilata da SFR sono Birmania, Cuba, Cina, Egitto, Iran, , Corea del Nord, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Tutkmenistan, Uzbekistan e Vietnam
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