L’avanzata del data journalism in Polonia

5 Dicembre 2014 • Giornalismi • by

In Polonia, il data journalism viene sempre più promosso e sostenuto dalle aziende mediatiche e dalle università. Piattaforme dati interattive sono state recentemente lanciate da due dei più grandi gruppi editoriali del paese e le maggiori università offrono corsi accademici per il giornalismo dei dati. I due nuovi siti Web, in particolare, rappresentano un punto di svolta per il data journalism polacco.

Quello più nuovo, Biqdata, è stato lanciato a settembre di quest’anno da Gazeta Wyborcza, un giornale di fascia alta. Polityka Insight è stato invece presentato nel 2013 dall’editore del settimanale d’opinione Polityka. Le piattaforme, che sono entrambe a pagamento, dimostrano come le aziende mediatiche commerciali alla fine riconoscano il potenziale dei servizi basati su dati, un potenziale già stato scoperto e sfruttato da alcune tra le più importanti testate occidentali.

Progetti giornalistici fondati sull’uso di grandi quantità di dati e (a volte) presentazioni grafiche notevoli, come quelle realizzate dal New York Times e dal Guardian, hanno ottenuto attenzioni e apprezzamento a livello internazionale come un’importante sotto-disciplina del giornalismo professionale. Durante lo scorso anno, mentre in Polonia gli investimenti commerciali in questa forma innovativa di giornalismo aumentavano, sono state sviluppate anche diverse iniziative educative, ricerche accademiche e formazioni giornalistiche.

Al momento, infatti, almeno due università insegnano data journalism: la Strzeminski Academy of Art della città di Lodz, e la Maria Curie-Skłodowska University a Lublin: la prima offre un corso tenuto da Jan Kubasiewicz del Dynamic Media Institute, Massachusetts College of Art and Design, mentre l’offerta del secondo istituto è persino più avanzata. Il corso dell’ateneo di Lublin prevede infatti due parti: una iniziale di 15 ore di introduzione teorica al data journalism insegnate da Piotr Celiński cui seguono altre 30 ore di workshop e esercizi pratici, tenute dal designer Robert Zając.

Allo stesso tempo sono apparse nuove promettenti iniziative non accademiche. In maggio 2014 il Medialab Katowice ha presentato Urban Data Stories, un progetto che consiste in una serie di incontri che solitamente durano tre o quattro giorni e constano di workshop e lezioni tenute da ospiti, come ad esempio il data journalist francese Nicolas Kayser-Bril. Un altro progetto è DataBlog.pl, una piattaforma e-learning lanciata nel 2013, basata su materiale istruttivo fornito dal suo fondatore e blogger Piotr Kozłowski.

Prima del 2013, in Polonia l’apprendimento del data journalism era meno strutturato e fondato principalmente su iniziative occasionali, come workshop e conferenze organizzate dai media e Ong. Questi includevano il workshop “Data journalism w praktyce” organizzato da Gazeta Wyborcza, “Google e Press” (Press è una rivista economica polacca, ndr) nel 2013, come parte di un evento intitolato “Digital Journalism Days” coordinato da Esa Mäkinen di Helsingin Sanomat. Un secondo gruppo di iniziative, invece, è stato Euro Hack, parte dell’Open Government Data Camp 2011.

È interessante notare come l’insegnamento e la pratica del data journalism sembrino interconnessi, o almeno parzialmente. Gli investimenti nei progetti di data journalism, realizzati da alcune delle più grandi aziende mediatiche polacche, hanno probabilmente contribuito a catalizzare lo sviluppo di nuove opportunità di formazione in questo campo. D’altra parte, i partecipanti alle iniziative sono anche stati coinvolti in progetti aziendali, come ad esempio il fondatore di DataBlog, Piotr Kozłowski, che ora è membro del team editoriale di Biqdata.

Articolo tradotto dall’originale inglese da Georgia Ertz

Photo credit: Flikr, Luc Legay

Tags:, , , , , , , ,