Axel Springer insegna che c’è un futuro per il giornalismo

22 Marzo 2010 • Digitale, Giornalismo sui Media • by

Alla fine chi pagherà il conto salato dei cambiamenti in atto nel mondo del giornalismo e dell’editoria? Questa la domanda a conclusione della conferenza “Giornalismo 2020: come mantenere la professionalità e riguadagnare credibilità” ospitata dal Medienhaus-Wien di Vienna e co-organizzata con EJO e MAZ.

Romanus Otte

Romanus Otte, in passato giornalista oggi general manager di Welt Online del gruppo tedesco Axel Springer, non ha dubbi in merito: ” in futuro a pagare per un giornalismo di qualità sarranno gli stessi di oggi”.  Certo il cammino sarà tosto, bisognerà ripensare le proprie strategie e ci saranno cambiamenti notevoli ma le potenzialità sono tali per cui l’avventura che si prospetta per il giornalismo non può che essere vista e affrontata con ottimismo. Springer è leader in Europa e ha una chiara strategia per gli anni a venire. Nel 2009 , anno della crisi, i ricavi dei quotidiani nazionali del gruppo editoriale  sono cresciuti in modo esponenziale.  Lo stesso vale per  i lettori,  3.7 milioni di visite complessive al mese. Il 20% di tutti i ricavi editoriali proviene dall’online.

Lo scopo  per il 2015 è di incrementarli fino al 50-55%. Riguardo ai contenuti a pagamento si dice fiducioso grazie ai risultati dei test che il gruppo Welt ha condotto nel 2009. Tre in particolare:

– l’introduzione di una formula di pagamento per l’edizione online dei quotidiani di Amburgo e Berlino

– l’introduzione di una newsletter a pagamento

-l’introduzione di annunci a pagamento per le applicazioni di Bild e Welt sull’i-phone

In tutti e tre i casi il gruppo ha avuto profitti. Certo senza arricchirsi ma  i risultati hanno dimostrato che la direzione è quella giusta, le nuove strategie di business per il giornalismo del futuro devono orientarsi all’online. Ma hanno dimostrato anche che i lettori sono disposti a pagare per i contenuti di qualità. Secondo Otte la formula vincente per gli editori si compone di diverse voci:

– risparmiare nel management e nell’infrastuttura tecnica

– investire di più nel rapporto diretto con i lettori e gli inserzionisti migliorando il servizio alla clientela

– investire nell’e-commerce ed essere aperti alle diversi possibilità che offre questo campo

– concentrarsi sulle competenze vitali della professione, dunque fare giornalismo investigativo, raccontare ai lettori delle storie, fare reportage

– condividere i contenuti in rete

Daccordo sull”introduzione di un paywall per i contenuti anche  Alexis Johann giornalista dell’austriaco Wirtschaftsblatt e Hermann Petz, economista e CEO della Moser Holding AG, i quali hanno sottolineato la necessità di condurre e promuovere ricerche di mercato per  indivuare e stabilire  il giusto prezzo da applicare ai prodotti digitali. Prezzo che deve essere sostenibile per l’editore ma anche attraente per il lettore che deve essere disposto a pagarlo.  In questo senso Petz si è detto fiducioso anche per i giornali cartacei, secondo lui la soluzione per gli editori  sta nel trovare il giusto equilibrio tra i ricavi del cartaceo e dell’online. In particolare per quanto riguarda le testate regionali.

A Vienna dunque, tutti daccordo, giornalisti e accademici, nel dire che c’è un futuro all’orizzonte per il giornalismo.  Il segreto è  cavalcare il cambiamento e il processo in atto, non lasciarsi intimorire dalle difficoltà ma osare e investire nelle nuove potenzialità che il giornalismo online offre in tutte le sue sfaccettature. Sradicarsi dalla convinzione che sinonimo di giornalismo di qualità sia il giornale stampato. Wolfgang Blau, Alan Rusbridger, Philip Meyer, Romanus Otte, Antoni Maria Piquè ma anche altri  portando le loro personali esperienze riferite a culture giornalistiche molto diverse tra di loro  hanno chiaramente dimostrato che dall’Europa agli Stati Uniti non è così. Non rimane dunque che osare e farsi contagiare dall’ottimismo delle parole di  Romanus Otte: “Ci aspettano importanti e forti cambiamenti ma ci sarà anche da divertirsi!”.

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