Sarà Le Monde che ispira a dare vita a nuovi progetti editoriali. Così fu nel 2008 quando l’ex direttore Edwy Plenel fondò il sito investigativo online Mediapart. Oggi tocca a Èric Fottorino, anche lui ex direttore del quotidiano francese, che il 9 aprile ha lanciato Le 1. Si tratta di un foglio, un solo grande foglio formato A1, piegato in tre, in edicola al prezzo di 2,80 euro.
Una novità editoriale minimalista nel titolo, audace nella scelta – non ha una versione digitale –, essenziale nella presentazione che da oggi popola “il turbolento cielo di stampa francese”, come scrive Fottorino nel suo editoriale di presentazione del progetto sul sito le1hebdo.fr. Le 1 vuole essere un giornale “profondamente diverso” e “innovatore”, scrive Fottorino, un foglio che tramite il formato simboleggia “un dispiegamento di ali”, induce ad un’“apertura delle braccia e della mente” come lo yoga e l’origami. È un giornale che dedica ogni sua edizione ad un tema in particolare, nel primo numero è stata la Francia nel secondo Putin e la Russia. Ed è solo cartaceo perché, spiega Fottorino, è un prodotto che vuole offrire “un’avventura sulla carta, un mezzo che lungi dall’aver detto la sua ultima parola si esprime nel suo proprio e specifico linguaggio” e che il suo fondatore definisce “un caleidoscopio, una lente d’ingrandimento per riflettere e scoprire, arrivare alla verità”.
Come scrive la Neue Zürcher Zeitung, se il foglio si concentrerà su questioni generali puntando all’approfondimento oppure su notizie di attualità è ancora da verificare. Di certo, il tema della settimana viene affrontato da diverse angolature secondo un approccio multiforme che alla frammentazione delle notizie e al rumore dei media risponde con l’approfondimento di un tema in particolare. L’idea è quella di mettere in discussione tutto, la sfida quella di porre le domande giuste per catturare il vero bene, la verità lontana dai pregiudizi. Nella sua rubrica comica Jochen Gerner mette in luce le singolarità francesi mentre Ollivier Pourriol si inventa un dialogo postumo ad esempio tra Rousseau e Voltaire e Louis Chevaillier, mentre nella rubrica «La voce dei poeti» sceglie una poesia abbinandola al tema trattato e la commenta.
L’ambizione, dice Fottorino, “è di vedere lontano, avere memoria e dare al futuro il gusto di trasmettere e di scoprire”. L’intento è quello di essere informativo piuttosto che esaustivo in quello che alla fine è un concetto editoriale essenziale, indipendente, qualitativo con una foliazione ridotta per un’epoca in cui il tempo da dedicare alla lettura è sempre più scarso. Il foglio nel suo formato A1 è molto flessibile per quel che riguarda l’impaginazione e l’impostazione grafica, non c’è pubblicità e superata la soglia delle 30.000 copie vendute Le 1 scriverà cifre in nero.
Lo staff è composto di nove giornalisti fissi ai quali si aggiungono tredici collaboratori regolari. L’età e la provenienza sono misti, si va dalla cofondatrice Natalie Thiriez, classe 1965 già giornalista di Vogue e Match alla giornalista Manon Paulic, classe 1990, in passato reporter del Santiago Times. Rimane solo un dubbio: nel 2014 un giornale può pensare di nascere solo cartaceo ed essere vincente? Questa in realtà è la grande sfida di Le 1 e del suo fondatore Fottorino che per il suo giornale non ha voluto una versione digitale. Di digitale c’è solo un sito le1hebdo.fr che presenta il progetto e dà la possibilità di sottoscrivere l’abbonamento alla testata in uscita ogni mercoledì e disponibile nei chioschi, anche in Svizzera.
Articolo pubblicato originariamente sul Corriere del Ticino il 5 Maggio 2014
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