L’informazione solo web del Christian Science Monitor

11 Maggio 2010 • Giornalismo sui Media • by

Un modello di business che rinuncia al quotidiano cartaceo e punta unicamente sull’online

Il Christian Science Monitor è un quotidiano statunitense fondato nel 1908. Di carattere generalista include rubriche su questioni religiose ed è considerato tra le più piccole testate interregionali di qualità. Fino all’aprile del 2009 aveva una tiratura media di 56.000 copie. Oggi è solo un giornale online. L’edizione cartacea appartiene al passato.

Di fronte a una situazione di mercato sempre più difficile, e a un conto economico che non accennava a migliorare, il CSM ha deciso di archiviare definitivamente la carta e concentrare tutte le proprie risorse giornalistiche su web. John Jemma, direttore del quotidiano, afferma che la scelta è stata innanzitutto dettata dalla consapevolezza che il web era il mezzo che consentiva di raggiungere il più alto numero di lettori.

Da un punto di vista economico il CSM ha considerato che il passaggio definitivo dalla carta al web non avrebbe portato grandi risparmi nel breve periodo. Sebbene siano stati azzerati costi di stampa e distribuzione occorre infatti considerare la mancanza del sostegno finanziario dei lettori in termini di abbonamenti e acquisto giornaliero delle copie. Ma in prospettiva il CSM è convinto che la strategia only-web possa garantire la sostenibilità economica ed essere una valida alternativa alla carta. Sotto l’aspetto giornalistico Jemma ritiene di avere conseguito degli ottimi risultati: “Oggi l’impegno è focalizzato unicamente sul sito, con un miglioramento della capacità produttiva e della qualità che sarebbe stato difficile sostenere se avessimo continuato a mantenere un modello ibrido offline-online”.

Gli obiettivi del CSM sono di quintuplicare i lettori nell’arco dei prossimi cinque anni, una crescita che secondo i calcoli dell’editore dovrebbe garantire sufficienti ricavi e profittabilità. La carta, tuttavia, non scompare definitivamente. E’ stato infatti deciso di creare un settimanale che garantisce sintesi e approfondimento a notizie e argomenti.

Jemma considera che le decisioni prese non siano trasferibili in qualsiasi realtà editoriale: “Le differenze sono spesso sostanziali e un modello può rivelarsi valido solo per uno specifico contesto. Ciascuno – dice Jemma – deve scoprire quale può essere la formula più corretta”.

“Quali che siano le differenze – sostiene l’editor del CSM – tutti devono affrontare gli stessi identici problemi, ovvero la discontinuità del modello di business provocata da Internet, il cambiamento generazionale nel rapporto con i media e un difficile clima economico. Essenziale è cercare di trovare velocemente la formula che consenta di ridurre i costi salvaguardando le funzioni giornalistiche primarie. Questo è quanto ha fatto il CSM”.

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