Osservatorio europeo di giornalismo, 23.12.2009
Nel mese di novembre il New York Times ha raggiunto 16,6 milioni di visitatori. L’Huffington Post 9 milioni. Entrambi fanno informazione, ma con una differenza sostanziale: il costo sostenuto dall’Huffington è infinitesimale rispetto al costo del NYT. Con un numero di risorse oltremodo limitato il sito di Arianna Huffington ha creato la propria fortuna proponendo una formula informativa basata su aggregazione di notizie e blogger raggiungendo un potenziale di attrazione, in termini di investimenti pubblicitari, pari a circa a due terzi del NYT, una delle più grandi e importanti testate a livello internazionale. Incredibile, ma vero.
L’Huffington ha quindi risolto il problema della sostenibilità economica sul web? Secondo quanto suggerisce il Los Angeles Times quest’anno i ricavi pubblicitari si attesteranno in una cifra compresa tra i 12 e i 16 milioni di dollari. Non male per un sito che pubblica contenuti provenienti da innumerevoli fonti informative e che può contare su una forza lavoro composta da ben 3 mila blogger volontari. Sebbene il personale a contratto a tempo pieno sia passato da 49 a 89 dipendenti nel giro di un anno, di cui 11 dedicati a produrre esclusivamente contenuti originali, il fatturato procapite è di gran lunga superiore a quello dei giornali tradizionali che competono con una formula ibrida online-offline: 16 milioni di dollari all’anno significa per l’Huffington un fatturato per dipendente pari a 177 mila dollari e un valore generato da ciascun visitatore di 1,7 dollari l’anno.
L’esempio dell’Huffington ci porta a fare le seguenti considerazioni:
- La sostenibilità economica di una struttura giornalistica only web è possibile solo dove il contributo giornalistico è basato su fonti informative prodotte soltanto in minima parte da personale interno: la gran parte dei contenuti deve essere di provenienza esterna e basato su una consolidata logica di aggregazione di notizie e contributi volontari o quasi.
- Al di là dell’evoluzione che conosceranno i giornali storici con un background cartaceo, il web si profila come un prodotto informativo sempre meno generalista che tende a privilegiare gruppi di professionisti ad alta specializzazione in grado di potere esprimere una competizione su singoli argomenti con uno stile che non sarà più basato unicamente su risorse interne ma sulla capacità di filtrare contenuti dalla rete.
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