Con l’obiettivo di non rimanere indietro con la sperimentazione dei formati innovativi, diverse aziende mediatiche ucraine hanno iniziato a creare i loro progetti con le tecnologie di realtà virtuale. Alcune di queste startup producono contenuti per le audience internazionali: documentari, progetti sociali per governi e Ong o prodotti commerciali per i brand. Alcune aziende, invece, sono riuscite a far approdare i loro lavori sui media internazionali, collaborando con testate del calibro di New York Times, Radio Free Europe o Al Jazeera. Un’azienda ucraina, infine, è anche riuscita a lanciare un programma di formazione per la realtà aumentata e quella virtuale.
Immersi nella rivoluzione
Nel 2016 i fotogiornalisti Alexey Furman e Sergiy Polezhaka hanno unito le forze con il graphic designer Kirill Zhylinsky per fondare New Cave Media, una società specializzata in storytelling con le tecnologie VR. Il loro primo documentario immersivo, “Aftermath VR: Euromaidan”, ha raccontato la storia della rivoluzione che ha avuto inizio a Kiev alla fine del 2013. Il movimento Euromaidan, un nome scelto in riferimento alla piazza (Maidan, ndr) in cui si erano riuniti originariamente i manifestanti, era culminato con la brutale soppressione delle proteste. Il 20 febbraio 2014, la polizia e le truppe del governo aprirono il fuoco sui manifestanti e dozzine di persone rimasero uccise. Complessivamente, circa un centinaio di persone furono uccise durante le manifestazioni. Usando materiale visuale d’archivio, fotogrammetria e computer-generated imagery (CGI), New Cave Media ha ricostruito le strade in cui ebbe luogo il bagno di sangue. Gli utenti possono ripercorrere gli step delle proteste e il progetto include anche interviste video a 360° con testimoni oculari che ripercorrono gli eventi di quei giorni, contenuti girati nei luoghi esatti dove avvenne ciò che viene narrato.
“Aftermath VR: Euromaidan” è stato finanziato da Google News Lab, Knight Foundation e la Online News Association (Ona), oltre che da una campagna Kickstarter da 12mila dollari. New Cave Media ha poi reinvestito parte di questi fondi per altri progetti commerciali. I creatori del documentario sono stati premiati con l’Open Frame Award e un riconoscimento del tedesco goEast Film Festival lo scorso aprile. Il progetto è stato anche proiettato al Sheffield Doc/Fest in giugno. L’azienda aveva già prodotto un altro progetto immersivo degno di nota, dedicato a Azovets, un campo estivo militare per bambini gestito dal gruppo ultranazionalista Battaglione Azov e pubblicato dal New York Times. Il fondatore di New Cave Media, Alexey Furman ha spiegato all’Ejo il modello di business della sua società, raccontando come, di norma, sia essa a prendere l’iniziativa e a farsi avanti con potenziali grandi clienti: “i video a 360° sono un medium immersivo molto interessante, ma non funzionano con qualsiasi storia. Dato che conosciamo bene quelle locali, possiamo decidere quali funzioneranno in questo formato e quali no. Poi pitchiamo le storie ai media nazionali o internazionali che pensiamo possano renderle al meglio”. I soldi guadagnati dai progetti commerciali hanno consentito a New Cave Media di diventare profittevole due anni fa, aggiunge Furman.
Promuovere l’Ucraina
Un’altra iniziativa che ha abbracciato entusiasticamente i video a 360° è Ukrainer, una testata con la missione di portare l’Ucraina all’attenzione delle audience nazionali e internazionali, portandole a visitare virtualmente varie regioni del paese. Il team di Ukrainer condivide storie curiose da location insolite e dedicate a persone straordinarie, arte, storia o cibo. In aggiunta alle immagini curatissime, i reporter di Ukrainer utilizzano i video a 360° in risoluzione 4k, uno standard tecnico piuttosto raro per i media ucraini. Il fondatore del progetto, Bogdan Logvynenko, descrive il formato VR come “un’opportunità incredibile per combinare lo storytelling con le tecnologie, perché segue molte più opportunità dei formati tradizionali”. I prodotti di Ukrainer sono stati mostrati in diverse location artistiche importanti in Ucraina, come il Book Arsenal, e internazionali, come la Frankfurt Book Fair. Ukrainer, al momento, sta cercando di ottenere nuovi finanziamenti per crescere ulteriormente. Per questa ragione, ha lanciato una campagna crowdfunding e ha già ricevuto più del 75% dell’obiettivo prefissato.
Un’occhiata alla “zona di esclusione”
Un’altra società ucraina ha fatto un passo ulteriore per la sperimentazione con i formati immersivi, lanciando il proprio studio di produzione. Nel 2016, Kirill Pokutnyy e Sergei Tereshchenko hanno fondato Sensorama Lab, un’azienda che si specializza in produzioni AR/VR, 3D, animazioni e video a 360°. Uno dei progetti più interessanti di Sensorama Lab è “Chornobyl360”, una produzione che, come già per “Aftermath VR: Euromaidan”, è stata ispirata da un episodio doloroso della storia ucraina ed è stato creato per ricordarne il 30esimo anniversario. Si tratta del disastro nucleare di Chernobyl, avvenuto il 26 aprile 1986, quando l’Ucraina era ancora parte dell’Unione Sovietica. “Chornobyl360” mostra i 30km della zona di esclusione da differenti angolature e consente a chi guarda di vedere alcune aree che sono ancora accessibili esclusivamente dai dipendenti del Chernobyl Nuclear Power Plant. Il progetto è stata un’idea di Pokutnyy e Tereshchenko ed è stato reso possibile da una campagna Kickstarter che ha raggiunto 34mila euro in crowdfunding. Secondo Pokutnyy, il successo della serie tv HBO dedicata al disastro ha portato molti nuove visualizzazioni al film di Sensorama Lab.
Formazione gratuita
Fino a questo momento, l’azienda si è concentrata sul lavorare con il settore business e quello educativo e meno con i media. La Sensorama Academy seleziona persone estremamente motivate per ricevere formazione gratuita su come lavorare con le tecnologie AR/VR e la produzione di video a 360°. Questo assicura alla casa di produzione di avere accesso a nuovi professionisti in grado di lavorare in questo nuovo settore. Fin qui, Sensorama Lab non ha ancora stretto partnership con testate giornalistiche perché, in generale, i media ucraini hanno intrapreso solo alcuni piccoli passi con questi formati. Furman di New Cave Media è convinto che le organizzazioni mediatiche dovranno confrontarsi presto con queste tecnologie se vogliono essere preparate ad abbracciare l’innovazione. “Potrebbe aprire nuove prospettive nella ricerca di nuove audience”, dice Furman a questo proposito, notando anche come “VR e AR richiedono molto tempo di produzione ed è difficile immaginare che diventino formati standard per le breaking news, ma sono assolutamente appoppiate per i contenuti più a lungo termine”.
Immagini: frame dai documentari “Chornobyl360” (Sensorama Lab) e “Aftermath VR: Euromaidan” (New Cave Media). Riprodotti per gentile concessione. Articolo tradotto dall’originale inglese.
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