Da quando la Russia ha iniziato ad attaccare l’Ucraina, in Europa abbiamo assistito all’emergere di una varietà di strategie giornalistiche per fornire al pubblico un orientamento nel “disordinato affare della guerra”, come descritto dallo studioso dei media Kevin Williams. Il reporting di guerra è recentemente diventato una priorità in molte redazioni europee e si è esteso, nel frattempo, oltre il classico lavoro dei “corrispondenti di guerra” inviati sul campo per riferire in prima persona dalla zona di conflitto.
Continuando il lavoro di innovazione già emerso durante la pandemia, le redazioni europee stanno ampiamente utilizzando strategie come infografiche interattive, coinvolgimento diretto con il pubblico e fact-checking. E per la prima volta, in diversi paesi, i podcast sono ora una parte vitale del racconto del conflitto. In questa panoramica, il network dell’EJO fornisce delle istantanee di alcuni progetti mediatici creativi ed efficaci provenienti da un campione di paesi europei dove l’EJO è attivo.
🇨🇭 Svizzera
Attenzione al coinvolgimento del pubblico
In Svizzera la copertura del conflitto si è concentrati principalmente sulla comunicazione con il pubblico, le analisi degli esperti e la garanzia di aggiornamenti in tempo reale, attraverso strumenti divenuti già popolari durante la pandemia, come mappe e infografiche.
Un servizio degno di nota è il podcast “News plus”, prodotto dalla Schweizer Radio und Fernsehen (SRF) – la sezione di lingua tedesca del servizio pubblico svizzero SRG SSR. Ciò che rende peculiare questo podcast è la connessione diretta con il pubblico, in particolare con la sua comunità online. Questa forte attenzione all’engagement è dimostrata dai canali di comunicazione tra i redattori e il pubblico, che includono email e messaggi WhatsApp; così come la scelta di argomenti complessi e sensibili come “Le donne russe, la discriminazione e la propaganda”, “Perché i corridoi umanitari sono così difficili da stabilire”, “La guerra dei social media da una prospettiva ucraina”, e “Il ruolo della guerra informatica in Ucraina”.
Inoltre, questo podcast sta dedicando molto tempo alla corretta spiegazione delle tematiche più complesse, basandosi sulle prospettive di giornalisti, corrispondenti dal fronte, accademici, così come diretti testimoni della crisi umanitaria in Ucraina, Russia e Svizzera.
Alcune redazioni stanno utilizzando dei format già esistenti per ospitare delle edizioni speciali. Per esempio, tutti i programmi televisivi di Radio Télévision Suisse (RTS) – il servizio pubblico radiotelevisivo svizzero – stanno collaborando a una trasmissione dedicata alla guerra in Ucraina. In vista di questo programma, RTS ha utilizzato i suoi social network per raccogliere le domande del suo pubblico, in particolare in merito agli aiuti umanitari. Il programma radiofonico quotidiano RTS “Forum” ha usato un approccio simile. Questa trasmissione, che si concentra su notizie e dibattiti, ha dedicato una delle sue serate al dialogo con il proprio pubblico. Questa edizione speciale, secondo un giornalista di “Forum”, è stata la risposta a numerose domande degli ascoltatori sulla guerra in Ucraina.
Un’altra emittente che sta producendo contenuti molto interessanti è Heidi.news, che ha lanciato il progetto “la settimana speciale degli esperti“, con lo scopo di concedere una pausa dal flusso ininterrotto di informazioni che si è verificato dall’inizio della crisi. Nelle loro stesse parole, con questa serie speciale, Heidi.news mira ad “allargare gli orizzonti, a mettere in discussione diversi campi […] Perché durante la pandemia così come di fronte a una guerra che potrebbe diventare incontrollata, il mondo ha bisogno dei suoi scienziati e dei suoi intellettuali”.
In generale, molte redazioni svizzere hanno ripreso a utilizzare strumenti e servizi che erano già diventati sempre più importanti durante la pandemia. Un ottimo esempio è l’uso di mappe, infografiche e visualizzazioni di dati da parte dei giornali 24 heures e della Tribune de Genève. Lo dimostra, ad esempio, questo articolo, che riporta gli ultimi movimenti dell’esercito russo, il sostegno materiale dei paesi europei e le sanzioni che sono state prese contro la Russia.
🇮🇹 Italia
“Stories”: un podcast quotidiano dall’Ucraina
I dati più recenti mostrano che circa nove milioni di italiani hanno ascoltato almeno un podcast a giugno 2021 e che il format sta decisamente guadagnando terreno tra le scelte di consumo mediatico nel Paese. Il mercato italiano dei podcast è attivo e sono diversi i giornalisti e le giornaliste che hanno lanciato i propri progetti audio, concentrandosi su rassegne stampa quotidiane o progetti di slow journalism con reportage lunghi e indagini approfondite.
Uno di questi è “Stories”, un podcast quotidiano dedicato alle notizie internazionali prodotto da Chora Media, una società fondata nel 2020 e interamente incentrata sui podcast e i progetti audio. L’autrice di “Stories” è la giornalista italiana specializzata in affari esteri Cecilia Sala. All’inizio del conflitto, Sala è andata in Ucraina e ha iniziato a produrre il podcast dalle zone di guerra. Da allora, ha prodotto una dozzina di episodi da Kiev e da altre aree di conflitto (al momento della pubblicazione di questo articolo, Sala è rientrata in Italia, ndr).
Il podcast di Sala offre approfondimenti e aggiornamenti sui principali eventi che circondano i conflitti, mescolandoli con reportage in prima persona, voci di testimoni ucraini e spiegazioni dietro le quinte. In un episodio, Sala ha parlato dal bunker dell’ospedale oncologico pediatrico di Okhmadyt nella capitale ucraina, dove i pazienti avevano trovato rifugio durante i bombardamenti russi, offrendo al pubblico uno spaccato di prima mano di quella situazione estrema.
In un altro episodio, invece, Sala ha raccontato il bombardamento di Chernihiv attraverso l’esperienza di un volontario ucraino ventenne, Denis, Nel complesso, “Stories” offre un resoconto in prima linea, sobrio e accurato ma emozionale e rappresenta un’innovazione nel panorama mediatico italiano e per come i media nazionali stanno raccontando il conflitto. Se ancora ce ne fosse bisogno, si tratta anche di un’ulteriore conferma dell’enorme potenziale del podcast come medium di racconto giornalistico, anche in contesti di breaking news molto complessi.
🇬🇧 Regno Unito
“Full Fact” e “Ukrainecast”
Con l’aumento della domanda da parte del pubblico inglese di informazioni affidabili sull’invasione russa dell’Ucraina, due progetti si stanno distinguendo come fonti di notizie oggettive e verificate sulla guerra: Full Fact e “Ukrainecast” della BBC. Nelle ultime settimane il factchecking è diventato sempre più importante. Secondo Euronews, prima del 24 febbraio, giorno dell’invasione russa, è stata lanciata una campagna di disinformazione da parte dell’apparato di propaganda di Mosca per inquadrare l’Ucraina come aggressore al fine di legittimare l”invasione.
Full Fact mira ad affrontare esattamente questo tipo di disinformazione: si tratta di una non-profit fondata nel 2009 e con sede a Londra. Il suo team di factchecker si è dato la missione di verificare e correggere le affermazioni nelle notizie e nei contenuti virali sui social media. Uno dei loro comandamenti è quello di lavorare in modo imparziale ed essere politicamente neutrali.
Questa non è la prima volta che la piattaforma lavora sull’Ucraina, ma sembra aver intensificato la sua attenzione sul paese, pubblicando attualmente report quotidiani sulla guerra. Questo include video virali impegnativi, come quello di un’esplosione fatta passare come avvenuta in Ucraina, ma che in realtà ritraeva la tragedia del porto di Beirut avvenuta nel 2020.
“Ukrainecast” è un altro importante strumento di reporting con sede nel Regno Unito ed è un podcast lanciato dall’emittente pubblica BBC all’inizio dell’invasione. Il podcast, che offre al pubblico una panoramica compatta delle notizie e un’analisi degli eventi, è divenuto particolarmente importante in seguito alla censura della presenza nline della BBC in Russia. La BBC pubblica un episodio al giorno, offrendo una riposta ragionata al rapido flusso di notizie solitamente disponibile online.
L’idea è di dare voce a giornalisti e civili sul campo in Ucraina e rispondere a domande che potrebbero essere nella mente del pubblico ma che potrebbero non essere trattate nel normale ciclo di notizie: perché Putin ha iniziato questa guerra? In che modo le persone in Ucraina stanno combattendo? Quali città sono sotto attacco?
🇩🇪 Germania
Katapult e il “sanctions tracker” di Correctiv
In Germania, una parte importante dei contenuti sulla guerra in Ucraina è prodotta da Katapult, una redazione basata in una piccola città del nord-est del paese, Greifswald. La testata, specializzata in infografiche e mappe, ha riversato le sue risorse nella copertura della guerra in Ucraina, offrendo approfondimenti e analisi di ampio respiro. Il contributo più notevole offerto dalla testata, però, è stata la decisione di molti membri del suo staff di rinunciare a parte dello stipendio per finanziare ed equipaggiare fino a venti giornalisti con sede in Ucraina, che lavorano per Katapult da zone di guerra.
Ogni giorno Katapult produce nuove infografiche con i colori della bandiera dell’Ucraina. Una di queste, ad esempio, ha mostrato l’aumento delle sanzioni economiche contro la Russia nel corso tempo. I dati provengono da un altro notevole progetto mediatico: il “sanctions tracker” istituito da Correctiv, un’organizzazione di giornalismo investigativo non-profit.
Correctiv gestisce una pagina web dedicata al monitoraggio quotidiano delle sanzioni imposte alla Russia, utilizzando i dati messi a disposizione da OpenSanctions. L’organizzazione pubblica queste informazioni sotto forma di infografiche e tabelle liberamente ricercabili. Il sito offre anche dettagli sugli obiettivi delle sanzioni, sia che si tratti di individui, che di grandi società come Sberbank, la più grande banca russa. Nella loro copertura, Correctiv ribadisce il messaggio che le sanzioni siano attualmente le armi più importanti per colpire la Russia pur, allo stesso tempo, mettendone in dubbio la reale efficacia.
Questi due esempi selezionati spiccano nel panorama tedesco, caratterizzato da un doppio sistema di servizio pubblico e commerciale e da una manciata di giornali leader. In quanto startup mediatiche relativamente giovani, piccole e senza scopo di lucro, Katapult e Correctiv sono più agili e più veloci nell’implementare le idee più innovative rispetto ai loro concorrenti più affermati. Nel complesso, la capacità di adattarsi rapidamente nella copertura di questa guerra è diventato un requisito sempre più importante per il settore mediatico tedesco, considerando che in seguito all’approvazione della nuova legge sulle “notizie false” appena introdotta dal Cremlino, le emittenti di servizio pubblico tedesche ARD e ZDF hanno deciso di interrompere temporaneamente le trasmissioni dalla Russia.
🇨🇿 Repubblica Ceca
Storytelling multimediale e notizie in ucraino e russo
I media cechi hanno trasmesso attivamente la guerra in Ucraina. Infatti quasi tutto lo spazio mediatico, forse ad eccezione della sezione sportiva, ha rivolto tutta la sua attenzione sull’Ucraina. Lettori, ascoltatori e telespettatori ricevono aggiornamenti costanti grazie a a timeline, infografiche, mappe, data visualization e live streaming dall’Ucraina sulla guerra e sui suoi effetti a catena, come la situazione dei rifugiati e l’impatto economico sull’Ucraina stessa, ma anche la Russia, la Repubblica Ceca e l’Europa nel complesso.
Il quotidiano online Aktuálně.cz utilizza, ad esempio, un feed online con un formato di narrazione multimediale. La redazione organizza e connette così tutti i contenuti relativi alla guerra in Ucraina in un unico posto. Questo offre al pubblico un facile accesso a diversi media, come video, podcast e foto. Alcuni media cechi offrono anche copertura sulla guerra in Ucraina in una lingua straniera. L’emittente pubblica, Czech Radio, ad esempio, ri-trasmette la radio pubblica ucraina su Internet. La trasmissione mira a garantire la disponibilità di informazioni sulla guerra per i rifugiati e gli ucraini che vivono in Repubblica Ceca. Czech Radio sta inoltre preparando un podcast dedicato proprio agli ucraini in Repubblica Ceca, al fine di fornire informazioni pratiche alle persone fuggite nel territorio. In Ucraina, il podcast sarà pubblicato da Radio Prague International.
Il quotidiano online Novinky.cz pubblica invece un riassunto quotidiano degli eventi più importanti in Ucraina con un collegamento a questa copertura posizionato in primo piano nella sua homepage. Pubblicati nella loro lingua, questi riassunti sono destinati principalmente al pubblico russo. Come affermato sul sito, l’obiettivo è “fornire la tanto necessaria trasparenza nel conflitto in Ucraina” attraverso “un riassunto quotidiano senza censure degli eventi attualmente in corso”.
🇵🇱 Polonia
Contenuti in ucraino e informazioni per i rifugiati
Dal 24 febbraio l’invasione russa dell’Ucraina è l’argomento dominante su tutti i media polacchi, sia a livello locale che nazionale. Questo è dovuto principalmente alla vicinanza geografica del conflitto e alle conseguenze dirette della guerra per la Polonia, soprattutto in termini di afflusso di rifugiati ucraini in quasi tutte le regioni del paese – più di un milione alla fine della prima settimana di marzo.
Questa copertura è stata resa possibile soprattutto per il contatto dei media polacchi con i rifugiati nel paese, e per il numero senza precedenti di corrispondenti presenti in Ucraina durante il conflitto, con tutte le grandi emittenti presenti a Kiev, Lviv, al confine polacco-ucraino, o in prima linea. Fin dall’inizio dell’invasione e in seguito all’esodo dei rifugiati, alcune delle più grandi agenzie di stampa polacche hanno deciso di pubblicare i contenuti più importanti, non solo in polacco, ma anche in ucraino. Numerose testate hanno anche deciso di consentire l’accesso gratuito alle loro piattaforme ai canali televisivi e radiofonici ucraini.
Il più grande portale di notizie online, Onet, ha deciso di aggiungere articoli in ucraino alla propria homepage. Questi includono importanti aggiornamenti relativi ai rifugiati, fornendo agli ucraini che arrivano in Polonia informazioni su diversi aspetti del loro soggiorno, come le forme di sostegno, i regolamenti e altri aspetti burocratici. La testata ha anche creato un micro sito speciale, Onet Ukraine, con informazioni dettagliate sul conflitto. Il servizio pubblico Radio 1, infine, fornisce anche informazioni aggiornate in ucraino sul loro sito web. La sezione, raggiungibile direttamente dalla loro homepage, trasmette news in ucraino tre volte al giorno – alle 10:06, 14:06 e 17:06.
In più, alcuni giornalisti ucraini sono stati assunti nelle redazioni polacche, non solo come segno di supporto, ma anche per rendere la copertura più affidabile e accurata.
🇱🇻 Lettonia
Edizioni speciali in ucraino
L’invasione russa dell’Ucraina ha dominato all’istante il panorama mediatico lettone, e tutti i media hanno lavorato senza sosta per coprire gli eventi in questione. Alcuni sono arrivati al punto di cambiare i loro loghi per esprimere il loro sostegno all’Ucraina. I media online hanno creato sezioni speciali sulle loro piattaforme e introdotto titoli speciali per i loro siti. Le emittenti televisive hanno realizzato delle edizioni straordinarie con dibattiti e trasmissioni in diretta. E le riviste hanno sviluppato delle copertine molto incisive.
I media tradizionali si sono distinti sulla scena mediatica generale, specialmente le emittenti pubbliche lettoni, la Latvijas Televīzija (televisione lettone) e la Latvijas Radio (radio lettone). Sono state particolarmente attive, tempestive e, per certi versi, anche innovative nella loro copertura della guerra in Ucraina. Il 24 febbraio, ad esempio, Latvijas Televīzija aveva già cambiato il design visivo dei suoi studi, e due settimane dopo sta ancora usando i colori della bandiera ucraina. Sin dai primi giorni dell’invasione russa, hanno inoltre introdotto mappe di guerra interattive nel loro programma, mostrando la distribuzione geografica delle azioni militari – un qualcosa che il canale non aveva mai fatto prima.
Ma le emittenti pubbliche non hanno limitato i loro sforzi solamente alla parte visiva delle loro notizie; hanno anche organizzato delle edizioni straordinarie molto puntuali, numerosi programmi di discussione tra gli esperti e trasmissioni in diretta con i loro corrispondenti in Ucraina. Hanno anche coperto importanti eventi mediatici come il concerto Ukrainas brīvībai (Per la libertà dell’Ucraina) del 25 febbraio, che ha avuto luogo in un parco di fronte all’ambasciata russa a Riga e a cui hanno partecipato circa migliaia di persone. Trasmessa dalla televisione lettone, è stato anche ripreso sul canale televisivo commerciale TV3. La versione breve di questo atto di sostegno nei confronti dell’Ucraina era disponibile anche su ARTE, la versione online del canale televisivo europeo di cultura.
Il settimanale di giornalismo investigativo “Nothing Personal” su TV3 ha attirato molta attenzione sui social media dopo che uno dei conduttori ha indossato una felpa con la versione russa del potente messaggio “Russian warship, go f*ck yourself”. Alla radio, il programma di lingue minoritarie di Latvijas Radio, LR4, che trasmette principalmente in russo, ha prontamente integrato il suo programma con notizie dalla radio pubblica ucraina, due volte al giorno.
E sulla carta stampata, la rivista settimanale Ir (È), una settimana dopo l’inizio dell’invasione russa, ha pubblicato una copertina solidale con la scritta in ucraino “Слава Україні!” (Gloria all’Ucraina). A distanza di pochi giorni è seguita un’altra copertina avvincente con un forte messaggio visivo, prontamente trasformata in un manifesto scaricabile, “Si raccoglie ciò che si semina”, per i raduni pubblici. Il Pauls Stradiņš Medicine History Museum, che si trova proprio di fronte all’ambasciata russa a Riga, ne ha fatto un poster su larga scala, che hanno appeso su una parete del loro edificio.
EJO network
Coordinatore del progetto e autrice principale:
Ines Drefs, Erich-Brost-Institut, Dortmund, EJO Germany
Editor:
Natricia Duncan, City University of London, EJO United Kingdom
Autori:
Olivia Samnick, EJO Fellow, EJO United Kingdom
Colin Porlezza, Università della Svizzera italiana (USI), EJO Switzerland (Italian)
Philip Di Salvo, The London School of Economics and Political Science (LSE), EJO Switzerland (Italian)
Sandra Lábová, Charles University, Prague, EJO Czech Republic
Michał Kuś and Adam Szynol, University of Wrocław, EJO Poland
Cécile Détraz, Université de Neuchâtel, EJO Switzerland (French)
Līga Ozoliņa and Ainārs Dimants, Riga Stradiņš University, EJO Latvia
Immagini: fotografie fornite dagli autori dell’EJO
Tags:data journalism, giornalismo di guerra, guerra, innovazione, podcast, Russia, Ucraina