A seguito dell’invasione russa e del violento conflitto che prosegue da ormai più di un anno, in Ucraina si sta facendo strada una nuova “ondata” di giornalisti: flessibili, unici, diversificati e innovativi. Così come il secondo conflitto mondiale ha condotto alla “guerra radiofonica” e la guerra del Vietnam alla “guerra televisiva” in milioni di salotti, ora è la volta della guerra russo-ucraina che vede tra i principali canali di comunicazione le piattaforme online.
Secondo uno studio condotto dal gruppo di ricerca “Rating”, nell’anno dell’invasione russa gli ucraini hanno iniziato ad affidarsi quattro volte di più ai canali Telegram e Viber come fonti di notizie. Oggi la popolarità dei media giornalistici e delle reti di messaggistica è praticamente la stessa tra gli ucraini, portando molti giovani a prendere parte attivamente allo sviluppo della comunicazione giornalistica del Pease. Questa grande adesione porta però con sé tutta una serie di problemi, soprattutto in termini di manipolazione, sicurezza, autenticità e qualità delle informazioni. Abbiamo parlato di questi rischi con due giornalisti della nuova ondata, Fedir Petrov e Anna Ivanova.
Nel 2022, Fedir Petrov era uno studente fuorisede a Monaco di Baviera. Originario di Kiev, durante uno dei suoi soggiorni a casa si scontrò con l’inizio dell’invasione russa, decidendo però di rimanere in Ucraina. Prima di allora, non aveva mai considerato il giornalismo come un possibile percorso professionale. È diventato giornalista per puro caso, quando ha sostituito all’ultimo momento un produttore nello studio fotografico di un amico. All’inizio si è occupato più che altro di riprese, poi ha iniziato a scrivere per Der Spiegel. Fedir Petrov scrive, fotografa e viaggia con un team di giornalisti.
La qualità giornalistica è in declino
Dal punto di vista di Fedir Petrov, il giornalismo su Telegram non è un giornalismo di qualità: molto spesso le informazioni non sono verificate e possono essere manipolate. Grazie al suo lavoro al Der Spiegel, dove ogni articolo viene analizzato per ore, sa quanto sia importante per la società avere competenze nel trattare con i media e coltivare l’interesse per un’informazione di qualità. In Ucraina ci sono molte pubblicazioni di alta qualità, ma la popolarità di alcune fonti, soprattutto quelle anonime, sta danneggiando sia il settore dei media in generale sia la stabilità del Paese di fronte alle minacce delle provocazioni provenienti dall’esterno.
Secondo i risultati dello studio, il 95,5% degli utenti ucraini di Telegram è interessato principalmente a notizie sulle operazioni militari, il 90% a notizie sul lancio di missili o droni. L’81% degli intervistati ha dichiarato di essere interessato alle informazioni sugli eventi politici in Ucraina e sulla scena internazionale. L’80,2% degli intervistati ha espresso interesse per notizie su informazioni importanti per la propria vita quotidiana, ad esempio sulle interruzioni di corrente. La stessa percentuale (80,2%) è interessata a notizie su morti e feriti.
“Più la società investe nel giornalismo di qualità, maggiori saranno i benefici per la democrazia”, afferma Fedir Petrov. Con il miglioramento del sistema educativo e della qualità generale della vita, si svilupperà nella società anche l’esigenza di consumare contenuti di qualità. Un rischio serio della nuova ondata di giornalismo, tuttavia, è che produca consumatori passivi piuttosto che lettori istruiti. Le opportunità risiedono nella formazione di una base mobile, diversificata e di alta qualità del nuovo spazio informativo.
Anna Ivanova è una delle giornaliste impegnate a realizzare queste opportunità. Per lei lavorare come fixer – cioè come produttore locale per i media stranieri – è un’opportunità per plasmare il discorso ed evitare che i giornalisti interpretino male la cultura, al fine di creare un ambiente informativo sano. Prima del 2022, Anna Ivanova lavorava come visual producer, si occupava di fotografia e viveva in Italia. Tuttavia, il febbraio 2022 ha cambiato tutto per lei. Da un anno lavora come fixer per il New York Times. Anche Anna Ivanova si è avvicinata al giornalismo un po’ per caso, su invito di amici. Vorrebbe lasciare di nuovo questa professione non appena la guerra sarà finita, ma ora è tutta la sua vita.
La lotta contro la manipolazione
L’inizio dell’invasione non ha solo dato a queste nuove voci del sistema mediatico l’impulso a dedicarsi al giornalismo, ma ha portato anche molti lettori a rivolgersi a fonti di informazione inaffidabili. Le notizie “mobili” e accessibili sono una caratteristica del nuovo giornalismo; l’informazione combatte infatti efficacemente la paura. D’altra parte, la paura e la credulità sono alla base della manipolazione e della vendita di un prodotto scadente.
Secondo un recente sondaggio, il 45,2% degli ucraini ritiene che i canali Telegram contengano solo informazioni verificate e la maggior parte degli intervistati si astiene dal verificare ulteriormente le informazioni ricevute. Solo una piccola parte degli intervistati ha dichiarato di non essere disposta a spendere tempo per controllare e leggere messaggi falsi o manipolativi, e quindi si è cancellata immediatamente dai canali pertinenti.
Altri partecipanti si sono dimostrati più “fedeli” alle informazioni false. Se vengono pubblicate delle scuse e le informazioni vengono corrette, continuano a leggere questi canali Telegram. D’altra parte, se vedono errori di sistema, si disiscrivono. “Alcuni intervistati ritengono che le informazioni false non siano dei falsi che vengono deliberatamente pubblicati in rete”, si legge.
Quasi nessuna valutazione critica
Inoltre, dall’indagine è emerso che la maggior parte dei partecipanti non conosca i proprietari dei canali Telegram sottoscritti. Fanno eccezione i canali personalizzati o quelli appartenenti a strutture statali, autorità o redazioni di noti media. Allo stesso tempo, l’opinione prevalente è che sia perfettamente possibile consumare i messaggi di un canale Telegram senza conoscerne l’origine.
Sia Anna Ivanova che Fedir Petrov confermano che i criteri formali di qualità stanno perdendo importanza in questa nuova ondata di giornalismo. Tuttavia, sono necessari quando si parla di paternità e responsabilità per la veridicità delle informazioni nelle notizie.
Otto anni di guerra ibrida – e un anno e mezzo di guerra vera e propria – hanno generato una risposta così forte da far emergere una nuova ondata giornalistica: nuove voci qualificate che hanno creato una rete di connessioni tra i principali media del mondo, ampliando il giornalismo su un piano più orizzontale. I rischi di questa de-formalizzazione sono evidenti. Ma il lato positivo è che si aprono prospettive promettenti per la diversità e la libertà di espressione, aumentando al contempo l’impegno complessivo per l’informazione.
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