In base all’analisi di Martin Lagenveld del Nieman Journalism Lab la lettura delle notizie, in termini di tempo dedicato, avviene ancora prevalentemente sulla carta. Solo il 3% dei contenuti viene letto online
Assordati da numeri sempre più imponenti sfornati in riferimento al numero di visitatori online dei siti web dei giornali, nell’immaginario collettivo si pensa che il contenuto prodotto dalle organizzazioni editoriali sia ormai consumato prevalentemente su internet. Ne siamo proprio convinti? In base alla teoria espressa da Martin Langeveld in un post pubblicato nell’aprile dello scorso anno sul Nieman Journalism Lab soltanto il 3% del contenuto dei quotidiani viene letto online, il resto viene consumato ancora su carta. I risultati sono frutto di un’attenta analisi di dati provenienti da più fonti, incrociati ed elaborati dallo stesso Lagenveld. A distanza di un anno il consulente editoriale ritorna sullo stesso argomento, analizzando i dati più recenti per comprendere se la situazione sia oggi diversa.
La teoria espressa dal Nieman Journalism Lab poggia sul fatto che la metrica di valutazione basata sul numero di accessi non consenta di compiere un confronto reale con i numeri della carta stampata. L’analisi cerca invece di stabilire un confronto basato sul numero di pagine viste. In base ai calcoli effettuati sulla carta, negli Stati Uniti, la media del numero di pagine viste per mese è di circa 70,6 miliardi di pagine contro i 3,3 miliardi dell’online. In percentuale le cifre non sono così diverse da quelle espresse un anno fa: il 95,43 per cento della lettura del contenuto del quotidiano è stato letto su carta mentre su web la percentuale è del 4,57%.
Un confronto ulteriore viene offerto basandosi sul tempo medio di lettura. Per la carta, secondo la teoria Lagenveld, il tempo dedicato sarebbe di circa 25 minuti al giorno, per un totale di 78,5 miliardi di minuti al mese, contro i 2,5 miliardi di minuti dedicati alla lettura dei giornali online. Le percentuali, anche in questo caso, confermano il divario espresso in termini di numero di pagine viste: 96,8% del tempo dedicato alla carta; il 3,2% dedicato all’online.
Dati che vengono confortati da Scarborough, l’unica società che produce delle statistiche in base all’audience aggregato di lettori online/offline. L’indice Scarborough, definito come Integrated Newspaper Audience, mostra come l’incremento complessivo dell’audience apportato dal web sia di soli pochi punti percentuali. Langeveld, in base ai dati resi disponibili da NAA e Nielsen, afferma inoltre che la perdita di lettori della carta stampata non viene riequilibrata da un aumento dei lettori online. Questi ultimi ricorda Lagenveld, quanto meno in termini di valore espresso in tempo medio di lettura, non tende a compensare la fuga dal media tradizionale.
Cosa significa tutto questo? Che la stragrande maggioranza del consumo di notizie su web avviene al di fuori del perimetro dei siti dei quotidiani. A questo proposito Langeveld ricorda come sul totale del traffico Internet USA, i quotidiani rappresentino soltanto un’esigua percentuale, inferiore all’uno per cento.
Quanto evidenziato mette in luce la differenza sostanziale tra i lettori della carta e del web:
- l’informazione dei quotidiani viene in larga misura letta sul media tradizionale, in misura nettamente inferiore sul corrispettivo online;
- i giornali si devono misurare con soggetti alternativi di produzione dell’informazione presenti sulla rete.
A questo punto viene da chiedersi se il web debba avere un ruolo complementare o sostitutivo alla carta e se quest’ultima condizione possa mai realizzarsi. Esiste anche un’altra chiave di lettura: che il quotidiano online non possa e non debba essere valutato in base ai criteri sinora applicati alla carta stampata e che i tempi medi di pagine viste così come il tempo di medio lettura sia destinato a essere invariabilmente inferiore. E ancora: la strategia sinora adottata su web tende essenzialmente a incrementare il numero di lettori in base a una logica che afferma un possibile ritorno economico grazie all’equazione più lettori più pubblicità. Forse varrebbe la pena tentare di intraprendere un diverso percorso e obiettivo: incrementare la fedeltà e il coinvolgimento dei lettori su web. Percorso che non può prescindere dal rapporto con i lettori attuali della carta stampata.
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