Questo articolo è parte di una serie dell’EJO dedicata alla copertura giornalistica del Coronavirus COVID-19 nel mondo. La lista completa degli articoli è disponibile qui e in inglese.
I media in Kenya hanno prestato attenzione al nuovo Coronavirus sin dall’inizio, quando i primi casi di infezione erano emersi in Cina. Il focus principale della copertura giornalistica nel Paese si è concentrato inizialmente sulla situazione critica di degli studenti kenioti bloccati nella provincia di Wuhan, la prima area a essere colpita dal virus.
Ora, l’attenzione si è spostata maggiormente sul livello di preparazione del Kenya per quello che è diventato anche un problema nazionale. I giornali hanno trattato, ad esempio, la preparazione degli ospedali nazionale per l’isolamento delle persone infettate e ci sono stati aggiornamenti continui sui dati relativi alla diffusione del COVID-19. Il Ministro della salute e il Presidente si sono rivolti ai cittadini annunciando una serie di misure per affrontare la situazione e questi provvedimenti hanno ricevuto ampia copertura mediatica. Tutte le scuole e le università sono state chiuse e tutti i voli tra Nairobi e qualsiasi paese in cui è presente il Coronavirus sono stati sospesi.
L’impatto della crisi sull’economia sta ricevendo sempre più attenzione dai media. Il turismo, in Kenya, sarà colpito in modo particolarmente duro dalle misure restrittive nei confronti degli ingressi nel Paese e anche perché agli stessi kenioti è stato chiesto di stare a casa, e di non partecipare anche a qualsiasi tipo di evento pubblico, comunque sospesi. Il settore dell’orticultura sta a sua volta iniziando il lockdown.
La sfida ora è assicurarsi che l’informazione sul COVID-19 arrivi a tutta la popolazione, e non solo alle persone che parlano inglese. Molta dell’informazione messa a disposizione dalle autorità è però disponibile solo in inglese, il che la rende meno accessibile a chi abita nelle aree rurali del Kenya, dove si tende a parlare solo gli idiomi locali. Al momento ci sono pochissime informazioni in queste lingue, nonostante negli ultimi anni ci sia stata una crescita nelle testate locali. La diffusione della disinformazione e dei contenuti non verificati tramite i social media è un problema anche in Kenya.
Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle degli autori e degli intervistati e non rispecchiano necessariamente quelle di tutto l’EJO
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