Il giornalismo sportivo ha un problema di genere

16 Ottobre 2015 • Giornalismi, Più recenti, Ricerca sui media • by

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Olympiacos Basketball Club / Flickr CC

Il giornalismo sportivo vive una fase di grande crescita: se un tempo lo sport era relegato a un paio di pagine alla fine dei giornali, oggi , invece, occupa ampi spazi sulla carta, online, come anche in tv e alla radio. Gli sportivi, sia donne che uomini, non sono mai stati pagati tanto quanto oggi e il mondo è affamato di notizie su di loro. Il giornalismo sportivo ha a lungo ricoperto un ruolo importante nell’attrarre e mantenere l’attenzione delle audience e, secondo un esperto, è diventato “il fulcro della battaglia per la circolazione dei giornali”.

Ma se il giornalismo sportivo sta attraversando un vero e proprio boom, quali sport hanno l’attenzione dei media e chi si occupa di trattarli? In entrambi i casi, ci sono dei problemi di genere significativi, in particolare nel Regno Unito. Durante le Olimpiadi di Londra c’è stata una notevole crescita nella copertura degli sport femminili, ma l’attenzione si è presto smontata nei mesi successivi. Al di là dei periodi in cui si svolgono grandi eventi sportivi, solo il 5% del coverage dedicato allo sport è incentrato sulle attività agonistiche svolte da donne, rivela la Women’s Sports and Fitness Foundation. Inoltre, gli sport femminili sono un’area talmente poco considerata che attraggono appena l’1% delle sponsorship sportive ed è ben noto quanto i salari e le risorse a disposizione delle donne siano minuscole rispetto a quelle delle degli uomini.

Il giornalismo sportivo è sempre stato, tradizionalmente, un settore maschile e ricerche svolte in Australia, per esempio, fanno notare come questa tradizione non sia affatto cambiata di recente. La maggior parte dei reporter sportivi nel Regno Unito sono maschi e, nonostante il crescente numero di donne che iniziano a lavorare in questo settore dagli anni ’70, il numero di donne che scrivono di sport rimane molto basso. In anni recenti c’è stato un progresso netto rispetto alla visibilità delle donne nel giornalismo sportivo in televisione e, di nuovo, i Giochi di Londra sono stati uno spartiacque per il broadcasting britannico, ma ci sono ancora relativamente poche donne a occuparsi di sport nei giornali e il giornalismo di questo settore è ancora ampiamente dominato dai maschi in molti paesi del mondo.

Per scoprire chi scrive di sporti abbiano condotto alcuni sondaggi nella stampa britannica e abbiamo confrontato sei giornali per due settimane nell’autunno del 2012. In un’altra ricerca, invece, abbiamo analizzato il sesso degli autori di articoli di argomento sportivo in una selezione di sette testate, mischiando sia tabloid che giornali di qualità. L’obiettivo era mettere in paragone un periodo di sei mesi prima le Olimpiadi (febbraio 2012) e un altro, invece, successivo (febbraio 2013). Un terzo confronto è stato fatto invece con il 2002, dieci anni prima dei Giochi londinesi. In totale, sono stati analizzati circa 10mila articoli.

Ci aspettavamo certamente un risultato che mostrasse come il giornalismo sportivo fosse dominato dagli uomini, ma i nostri risultati sono stati straordinari. In nessun periodo analizzato la percentuale di autrici femminili è stata più alta del 3%. Ci sono state occasioni dove i contributi femminili in alcuni giornali (The Guardian e Daily Mail) hanno superato il 4% per una settimana, ma la media è sempre stata molto più bassa.  Durante tutti i periodi studiati, la media degli articoli sportivi scritti da donne è stata di appena l’1,8%. Il paper, pubblicato da me e Deirdre O’Neill su Journalism, Theory, Practice and Criticism dà una panoramica dettagliata dell’analisi dei nostri dati.

Due altri fattori sono stati particolarmente sorprendenti: l’impatto delle Olimpiadi di Londra sul peso delle donne nel giornalismo sportivo è stato complessivamente trascurabile, nonostante il ruolo predominante di alcune donne nel coverage sportivo di quel periodo. I dati sugli articoli firmati da donne nel 2013 sono cambiati di pochissimo rispetto all’anno precedente ed erano anche ben poco diversi da quelli del 2002. Un’altra analisi ci ha fatto guardare a come i dati britannici da noi raccolti fossero paragonabili sul piano internazionale. Nel 2011 è stato svolto un sondaggio di ampia portata sul giornalismo sportivo in 22 paesi che ha analizzato ben 80 giornali e 11mila articoli nel complesso. Lo studio ha scoperto come la proporzione generale di articoli scritti da donne fosse dell’8% sul totale: anche se non eccezionale, è un numero comunque migliore di quanto scoperto da noi per il Regno Unito.

Il problema delle poche donne che scrivono di sport continua a essere preoccupate. Altri sondaggi negli Stati Uniti rinforzano infatti i nostri risultati, mostrando la medesima mancanza di reporter ed editor donne nel settore. Queste ricerche americane, inoltre, indicano che vi è un pregiudizio che le donne devono affrontare, se vogliono diventare giornaliste sportive. Alison Kervin è stata la prima donna a ricoprire la posizione di editor per lo sport nel Regno Unito, ottenendo il posto al Mail on Sunday nel 2013. Si tratta comunque di un minimo avanzamento: il giornalismo sportivo deve ancora percorrere una lunga strada prima di dimostrare di avere una forza lavoro più bilanciata.

Articolo tradotto dall’originale inglese

 

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