ActiveWatch, un’organizzazione membro di Reporters Without Borders (RWB), nell’agosto del 1999 ha lanciato un programma per proteggere e promuovere la libertà di espressione.
Freedom of Speaking, questo il nome dell’iniziativa, ha iniziato a pubblicare i report annuali “FreeEx” nel 2000 grazie ai finanziamenti dell’Open Society Institute. Il report più recente, reso pubblico all’inizio di marzo 2012, riguarda i mass-media della Romania e si concentra sulle aggressioni e le minacce contro i giornalisti in questo paese. Il report, che indicizza la Romania al 47esimo posto nella classifica della libertà di espressione per il 2011 del RWB, mette anche in luce possibili soluzioni per la crescente politicizzazione dei media in tutto il paese.
Il report FreeEx sulla Romania illustra come il processo politicizzazione di tutta l’industria iniziato in occasione delle elezioni del 2012 abbia avuto un enorme impatto sulla libertà di espressione: il mercato dei media, ad esempio, rimane dominato da businessman in cerca di vantaggi politici ed economici pronti a investire ingenti somme di denaro per il raggiungimento di questi obiettivi. In questo scenario lo stato rimane comunque uno dei maggiori player nel mercato della pubblicità ma questa posizione sarebbe stata però raggiunta grazie a contratti ottenuti senza la dovuta trasparenza, denuncia lo studio. Stando al report, inoltre, “la pubblicità con fondi pubblici è stata ancora una volta utilizzata come veicolo per promuovere personalità politiche. A questo aspetto bisogna aggiungere anche il drammatico declino dei budget dedicati alla pubblicità in tutto il settore, il che rende ancora più importante il ruolo delle inserzioni pagate con soldi pubblici, senza considerare come le istituzioni pubbliche stiano diventando nuovamente attori rilevanti del mercato (con un valore di circa 35 milioni di euro)”.
Il report denuncia come il Romanian Television News Bulletin (TVR) non sia riuscito a liberarsi dal marchio del controllo politico e come l’ex direttore del TVR e la maggior parte dei commentatori del servizio pubblico rumeno siano apertamente favorevoli al partito di governo. Lo studio di ActiveWatch vuole anche porre attenzione sulle pressioni che sono state esercitate sul management di TVR da parte di leader politici con o senza potere. I problemi finanziari hanno dato inizio ancora una volta a discussioni sulla necessità di riformare nel profondo questa istituzione, ma la politica ha abbandonato ogni possibile modifica alle leggi correnti. A causa della dipendenza da stabilità politica, il primo passo per rendere TVR un servizio pubblico televisivo indipendente rimane tuttora in un limbo. ActiveWatch continua anche a pressare i politici che con le loro iniziative legislative vogliono restringere la libertà di stampa e favorire minacce ai giornalisti. Ad esempio, Mihail Boldea, deputato del Partito liberaldemocratico (PDL), ha proposto delle modifiche alla legge 544/2001 e al codice penale al fine di escludere la categoria dell'”interesse pubblico” di modo che i dati ritrovati nei file in occasione di indagini non possano più essere resi noti fino alla sentenza finale di un tribunale. Nel report si legge come i giornalisti siano costantemente tormentati da ogni settore della società, dalla politica come dalle forze dell’ordine e dal pubblico stesso. L’era del Codice Civile iniziata nell’autunno del 2011 ha portato con sé nuove restrizioni che si sono tramutate in abusi della libertà di espressione.
Abbondanza di televisioni e gruppi internazionali in Romania
Nonostante l’abbondanza di offerta televisiva in Romania, il report FreeEx ha osservato come la differenziazione dei contenuti sia in realtà molto scarsa. Preso atto che l’80% della popolazione usa la televisione come prima fonte d’informazione, il report fa riferimento al deterioramento del giornalismo di qualità dovuto alla corruzione dei partiti politici, al sensazionalismo facile e allo sfruttamento. Poiché le reti tv cercando di raggiungere costantemente audience, non mancano segnalazioni di notizie inventate, scandali politici e sfruttamento di eventi tragici, senza contare la promozione della diffamazione rivolta a gruppi vulnerabili. Al contrario la stampa ha mostrato un interesse ridotto per argomenti di concreto interesse pubblico, storie che riguardano gli abusi contro i giornalisti da parte delle autorità comprese. Oltre a questo, lo studio cita “i casi delle prigioni segrete della CIA (coperto molto debolmente dai media) e l’abuso di forza contro i tentativi di protesta pacifica contro la Rosia Montana Gold Corporation”.
In questo contesto si può leggere come il pubblico romeno abbia perso fiducia nei confronti della stampa, specialmente per quanto riguarda la televisione. Stando a quanto riportato dallo Romanian Institute for Evaluation and Strategy (IRES) in una ricerca, l’83% della popolazione adulta guarderebbe la televisione quotidianamente, tre quarti di questi sarebbero però convinti che i network trasmettano qualsiasi cosa solo per far crescere l’audience, mentre il 65% penserebbe addirittura che le trasmissioni televisive siano manipolatorie. Cifre preoccupanti se si guarda a un’altra ricerca dell’IRES che dimostra come la maggior parte dei romeni (l’81%) riceva informazioni sulla politica proprio grazie alla televisione. Per quanto riguarda i grandi gruppi internazionali in Romania, il report mostra come queste aziende continuino a restringere le loro attività per via della crisi e della concorrenza sleale. Il gruppo tedesco Westdeutsche Allgemeine Zeitung (WAZ), ad esempio, si è ritirato dal paese dopo aver dichiarato “i mass-media in Romania sono nelle mani di pochi oligarchi… businessmen che hanno fatto i soldi in altri settori, di solito durante la fase della privatizzazione”.
Management editoriale
ActiveWatch inoltre precisa come la qualità del management sia insoddisfacente perché i manager del settore dell’informazione non sono riusciti a trovare soluzioni di risanamento economico quando i soldi della pubblicità sono diminuiti e gli investimenti sono andati in declino. Le soluzioni proposte, spesso, consistevano in sacrifici per il lavoro giornalistico, in favore degli inserzionisti e degli investitori i cui interessi politici arrivavano sempre prima di quelli professionali. Secondo il report “l’atto più clamoroso di sacrificio di spazio editoriale in favore di un cliente pubblicitario rimane la campagna mediatica della Rosia Montana Gold Corporation che non si è limitata a un’inondazione di spot politici, ma ha anche invaso lo spazio editoriale con pubblicità mascherata e ha causato la quasi totale scomparsa di informazioni critiche verso il progetto minerario”. Non bastasse questo, l’aggravarsi delle condizioni economiche del mercato dei media ha ridotto i posti di lavoro disponibili, favorito l’abbassamento dei salari e l’inasprirsi dei conflitti lavorativi soprattutto nella carta stampata. Sotto questa pressione le redazioni sono state costrette a compromessi con conseguenze serie sulla continua e accentuata degradazione del contenuto editoriale.
Raccomandazioni contenute nel report FreeEx
ActiveWatch raccomanda che gli imprenditori nel settore media investano nella professionalizzazione per consentire ai giornalisti e agli editori di avere uno spazio di lavoro libero e indipendente. Il report sottolinea quanto i giornalisti siano vulnerabili ma precisa che la maggior parte di loro si rifiuta di tollerare gli abusi dei mecenati al fine di preservare la fiducia del pubblico nei mezzi di comunicazione. Per quanto riguarda i politici, le autorità e l’ambiente del business, ActiveWatch spinge per maggior rispetto nei confronti dell’indipendenza editoriale e sostengo alla stampa per promuovere la creazione di contenuti rilevanti e verificabili. Allo stesso tempo, l’organizzazione consiglia di avanzare verso la digitalizzazione, in quanto è sempre più evidente la migrazione dei lettori dalla carta al digitale.
Traduzione dall’inglese “ActiveWatch Measures Press Freedom in Romania” a cura di Philip di Salvo