Come le istituzioni politiche e le loro attività sono dominate dagli uomini, lo stesso si può dire del coverage giornalistico che la politica genera. Le ultime elezioni nel Regno Unito non hanno fatto differenza, dato che solo il 15,2% di tutti i politici che sono apparsi sui media erano donne, solo il 17,4% degli articoli sono stati scritti da donne e solo il 13,5% degli esperti consultati su diversi temi erano di sesso femminile. Curioso, se si nota come queste elezioni abbiano anche fatto registrare la presenza record di ben tre donne leader di altrettanti partiti politici: Nicola Sturgeon dello Scottish National Party, Leanne Wood del Plaid Cymru e Natalie Bennett del Green Party.
L’analisi del Loughborough Communication Research Centre sull’operato delle tv e dei giornali cartacei in occasioni delle ultime elezioni politiche britanniche – disponibile qui – mostra che, nonostante la forte componente femminile nella leadership formale dei partiti, questo non ha portato a una maggiore esposizione mediatica delle donne sui media. Complessivamente, mentre il Regno Unito votava, solo 4 delle 20 persone citate più spesso dagli organi di stampa erano donne.
Nicola Sturgeon, ad esempio, è stata la quarta più citata durante le elezioni (nel 5,7% dei contenuti analizzati) e, con distacco, anche la donna più visibile sugli organi di informazione: la sua eccellente performance in occasione dei dibattiti tv tra leader politici, infatti, le ha garantito un ammontare di attenzione considerevole, anche se non del tutto positivo. Riferendosi al suo ruolo di potenziale partner decisivo nell’eventualità di governo laburista, la stampa conservatrice, in particolare, ha fatto di tutto per rappresentarla in toni tutt’altro che lusinghieri. In particolare, Sturgeon è stata definita come “la donna piu pericolosa in Gran Bretagna” dal Daily Mail e la stampa ha spesso fatto riferimento a episodi del suo passato in toni negativi o in modi irrilevanti, nel tentativo di screditarla. Questo genere di articoli si è concentrato in particolare sulla sua vita personale e sulla sua apparenza fisica, temi notoriamente molto frequenti nella rappresentazione femminile in politica.
Le altre leader donne non sono riuscite ad avere un impatto rilevante sul coverage complessivo delle elezioni: Natalie Bennett si è posizionata al 12esimo posto della graduatoria delle personalità politiche citate più di frequente, mentre Leanne Wood è stata la diciassettesima, due posizioni sotto Samantha Cameron, moglie del Premier David Cameron. Altre donne del cabinet, come la Home Secretary Theresa May e la Education Secretary Nicky Morgan sono state sostanzialmente assenti dalla copertura mediatica delle elezioni.
La maggior parte dell’attenzione della stampa e delle tv si è infatti concentrata su David Cameron ed Ed Miliband, confermano i dati del Loughborough Communication Research Centre: non è certo un dato troppo sorprendente, dato che erano i due maggiori contendenti per il governo. Se si guarda però agli “esperti” interpellati dai media per commenti e opinioni, la situazione non cambia: anche in questo caso, si tratta di un dominio maschile.
Per esempio, solo il 14,4% delle personalità del mondo degli affari e il 13,5 complessivo degli altri esperti interpellati erano donne. Solamente i riferimenti ai cittadini comuni, dal canto loro, sono stati più bilanciati e in questo caso le donne hanno rappresentato il 46,8%. L’unico settore dove le donne hanno dominato era quella dei “parenti dei politici”, dove l’81,2% degli interpellati era donna con, di nuovo, il dominio di Samantha Cameron.
Ma non è stato solo il contenuto delle news a dimostrare la scarsità di donne nella copertura mediatica delle ultime elezioni britanniche: l’analisi del Loughborough Communication Research Centre dimostra infatti che tra tutti i contenuti giornalistici analizzati e che avevano un singolo autore, solo il 17,4% era realizzato da una donna, un dato che dimostra ancora una volta come il giornalismo politico nazionale nel Regno Unito sia per lo più un settore dove gli uomini scrivono di altri uomini.
Articolo tradotto dall’originale inglese
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