Può Julian Assange diventare un personaggio da fumetto? Può la formula del fumetto funzionare per raccontare la storia di un ambizioso giovane hacker australiano finito per essere l’uomo più ricercato al mondo? La Becco Giallo di Treviso, che si dedica per sua stessa definizione a “fumetti di impegno civile” ci è riuscita con il volume Julian Assange, dall’etica hacker a WikiLeaks realizzato da Dario Morgante e Gianluca Costantini che in meno di 150 pagine di disegni narrano della vita del fondatore della piattaforma di whistleblowing più famosa al mondo dalla sua infanzia fino all’estate del 2011, il primo processo, la prima condanna, il carcere, gli arresti domiciliari. Manca – ed è proprio questo uno dei punti di forza maggiori del libro – una narrazione cronologica dei fatti: non vediamo il bambino Julian partire dalla sua infanzia disordinata, crescere come patito di computer e giornalismo e infine sfidare la diplomazia mondiale, pubblicandone i dispacci segreti. Al contrario la narrazione procede per snodi, mettendo in scena i turning point del percorso di Assange a cominciare dal più grande, il video Collateral Murder e la cruciale conferenza stampa dell’aprile del 2010 a Washington che trasformò WikiLeaks in un fenomeno globale portando l’organizzazione sulle pagine di tutti i quotidiani del mondo. A segnare l’avanzare dei fatti troviamo voli aerei, schermi di computer, incontri, donne, tribunali e I tre giorni del condor di Sidney Pollack.
Raccontare Julian Assange potrebbe essere molto semplice per via dei toni da spy-story che i fatti potrebbero ispirare. Anche le accuse di stupro, che Morgante e Costantini non ignorano ma su cui sospendono il giudizio evitando ogni anche qui facile strizzata d’occhio, potrebbero facilmente spingere verso una narrazione dalle tinte noir e accattivanti. Ma tutto questo, semplicemente, è omesso in favore di una struttura per immagini a tratti evocativa che non teme il farsi romanzesca all’occorrenza: come è nelle splendide pagine dedicate all’infanzia “anarchica” di Julian Assange o in quelle finali che vanno a chiudersi a circolo su un videogioco a gettoni a Magnetic Island, Australia nel 1983 e su Daniel Assange, il figlio nato dal primo matrimonio, ora ventenne e programmatore informatico.
Forse è proprio la forma del fumetto a garantire una resa piana di questo tipo, priva dell’enfasi con cui spesso la stampa ha seguito il caso WikiLeaks. Pur non cercando di nascondere il loro sguardo di favore nei confronti di Julian Assange – il libro non ha alcuna pretesa di imparzialità o completezza – la formula da “giornalismo a fumetti” fornisce un ritratto preciso del personaggio riuscendo, grazie anche all’appendice dedicata ai cablo “italiani” rivelati da WikiLeaks e una semplice quanto efficace “Cronistoria dell’era dell’informazione”, a inserirlo in un contesto più ampio che attiene a tutta la storia del giornalismo e della comunicazione. Evidenziandone la portata. Julian Assange, dall’etica hacker a WikiLeaks esce nella collana “Biografie” di Becco Giallo in cui compaiono altri ritratti, da Adriano Olivetti a Giovanni Falcone, insieme a Mauro Rostagno e Anna Politkovskaja. Il volume, come tutti i libri di Becco Giallo Editore, sono pubblicati con licenza Creative Commons. Un’anteprima di 22 pagine è scaricabile e condivisibile liberamente in formato pdf.
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