Come si innova il giornalismo francese

19 Aprile 2015 • Economia dei media, Più recenti • by

Altermondes e La Revue Dessinée

Altermondes e La Revue Dessinée


Quando si parla di nuovi modelli editoriali ed economici per il giornalismo si tende spesso a guardare al contesto anglosassone, citando testate o progetti inglesi o americani come best practice. All’International Journalism Festival di Perugia si è parlato anche di altri contesti, come quello francese, in occasione del panel “Paris vaut bien une presse”, moderato da Andrea Paracchini, insieme a David Eloy, Direttore di Altremondes e David Servenay, co-fondatore di La Revue Dessinée.

L’esempio francese forse più noto di nuove testate emergenti e di successo è forse Mediapart che, in pochi anni, è riuscita a diventare economicamente sostenibile online e in grado di generare profitti sin dal 2011, con risultati economici impressionati generati grazie a una combinazione efficiente di contenuti di qualità e paywall. Ma anche altre “piccole” testate hanno dimostrato di poter funzionare bene nel contesto francese, una volta identificata una mission, una fetta di lettori da raggiungere e argomenti peculiari, da trattare con i giusti linguaggi.

La Revue Dessinée è un trimestrale che fa giornalismo investigativo in forma di fumetti coprendo argomenti di varia natura, compresa la cronaca internazionale e quella politica. Il giornale punta apertamente all’aspetto grafico dell’informazione, combinando – oltre ai fumetti – anche articoli testuali, mappe concettuali per spiegare le notizie più complesse e quelli che Servenay ha definito “dialoghi” a fumetti dove le firme del giornale re-interpretano fatti di cronaca in forma di fumetto. Il primo numero di La Revue Dessinnèe, uscito due anni fa, aveva una copertina disegnata da Gipi. “I fumetti consentono una lettura su più livelli delle notizie e, di conseguenza, una comprensione più completa della realtà”, ha spiegato il Direttore.

Con questa formula, la testata ha raggiunto 4mila abbonati – il 12% dei quali sono fuori dalla Francia -, stampa 18mila copie di ogni numero ed è disponibile anche su iPad in formato digitale. Per il lancio, il giornale ha raccolto un primo giro di finanziamenti da parte di autori e fumettisti francesi e Gallimard, inoltre, ne detiene il 5%, mentre oltre l’80% è detenuto dai due fondatori. Nei primi due anni, La Revue Dessinée è andata in positivo, ha spiegato Servenay, soprattutto grazie ai soldi garantiti dagli abbonamenti. Per il futuro, inoltre, la testata sta valutando anche la possibilità di pubblicare libri di fumetti. Inoltre, è interessante notare come il giornale detenga il copyright di quanto pubblica solo per tre mesi, poi i diritti tornano nelle mani degli autori che ne possono beneficiare come preferiscono. In caso di una seconda pubblicazione, La Revue Dessinée richiede una commissione del 20%.

Un altro esempio interessante presentato a #ijf15 è invece Altermondes, una testata che si occupa di notizie estere viste dalla prospettiva francese. Come La Revue Dessinée, anche Altermondes è un trimestrale e ha ora una struttura societaria a cooperativa lanciata a partire del 2014 – dopo dieci anni di attività – di cui fanno parte tutti i membri della redazione. Inoltre, anche i sindacati del settore, i freelance che collaborano con la testata, diverse organizzazioni e un buon numero di lettori hanno voce in capitolo sulle scelte editoriali del giornali.

Il giornale si finanzia a sua volta grazie agli abbonamenti. Servenay ha anche specificato che il cambiamento di struttura societaria ha aiutato ad ampliare la readership di Altermondes, che è raddoppiata in poco tempo: “quello che siamo riusciti a fare è stato mettere insieme 1000 lettori, 30 giornalisti e 40 organizzazioni a entrare a far parte del nostro progetto e a possederne una parte. Questo ci consente di avere anche una base che si mobilita attivamente per il loro giornale”.

“Volevamo coinvolgere tutte le persone e le sigle che potevano aiutarci a portare a compimento la nostra missione giornalistica”, missione che David Eloy ha sottolineato essere quella di fornire un giornalismo apertamente di servizio pubblico. Ad Altermondes, ha spiegato Eloy, “abbiamo una visione e una linea editoriale che punta a far vedere cosa succede al di fuori della Francia, vogliamo persone che sappiano spiegare quello che succede e perché riguarda la Francia. Ci sono dei lettori interessati e vogliamo raggiungere quelli anche se non è una fetta di pubblico ampissima, non pensiamo di arrivare ai numeri di Le Monde”.

Entrambi le testate sono testate di nicchia e hanno deciso di rinunciare alla pubblicità come fondamentale fonte di finanziamento, come già la stessa Mediapart. I due giornalisti sono intervenuti sull’argomento: Altermondes ha una minima parte di advertising, attorno a circa il 5%, “non è affatto essenziale per noi, c’è troppa concorrenza per la pubblicità e per noi sarebbe troppo difficile trovarne a sufficienza”, ha spiegato Eloy a questo proposito. Anche per La Revue Dessinée la pubblicità non pesa per nulla sul suo modello editoriale: “non avere pubblicità ci dà più spazio di manovra per il nostro lavoro. Avere la pubblicità, inoltre, impone avere una sezione commerciale che la cerchi e la gestisca”, ha spiegato Servenay.

“Abbiamo ripreso qualcosa che esisteva già ma era scomparso da tempo”, ha spiegato David Servenay riferendosi all’idea di fare giornalismo con i fumetti e per spiegare il successo della sua testata. In conclusione del panel, Mathieu Magnaudeix, giornalista di Mediapart – Edwy Plenel non ha potuto purtroppo essere presente al panel – è intervenuto per dire che è difficile prevedere il futuro per testate di questo tipo, anche se, nel di Mediapart, gli abbonamenti continuano ad aumentare. Per via dell’assenza di pubblicità, ha poi spiegato David Servenay, nessuno credeva che Mediapart ce l’avrebbe fatta. “Ma loro hanno dimostrato che i contenuti di qualità possono fare la differenza, insieme a un approccio editoriale chiaro”, ha chiosato Servenay. Componenti irrinunciabili nel cercare un modello di business per il giornalismo che funzioni. In Francia, come altrove.

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