Telecomando e second screen, l’informazione degli italiani

23 Aprile 2015 • Giornalismi, Più recenti, Ricerca sui media • by

Stephen Coles / Flickr CC

Stephen Coles / Flickr CC

Sempre piu connessi alla Rete, attivi su differenti schermi, ma ancora fedeli alla televisione: ecco come si informano gli italiani secondo i nuovi dati dell’Osservatorio News-Italia, giunto al suo quinto anno consecutivo di rilevazione. Nell’edizione di quest’anno il team dei ricercatori del LaRiCA dell’Università di Urbino Carlo Bo si è soffermato in particolare su una forma televisiva che ha notevole successo in termini di pubblico e per la sua capacità narrativa: le serie tv.

L’obiettivo principale della ricerca è stato quello di comprendere le trasformazioni del panorama mediale italiano, concentrandosi in particolare sulle pratiche di fruizione del medium televisivo e su come queste siano influenzate dalla crescente diffusione della Rete e della tecnologia mobile. Per la prima volta, l’Osservatorio ha adottato una tecnica di rilevazione mista: infatti un campione rappresentativo della popolazione italiana, composto da 1021 persone di età superiore ai 18 anni, è stato intervistato attraverso tecnica CATI (interviste condotte tramite telefonia fissa), CAMI (interviste condotte tramite telefonia mobile) e CAWI (interviste condotte attraverso questionario online).

Di seguito alcuni dei principali risultati emersi dalla ricerca che vengono presentati oggi nella giornata d’apertura del Festival del giornalismo culturale che si svolgerà il 23 e 24 aprile a Urbino e il 25 e 26 aprile a Fano.

La televisione rimane il medium principale
La televisione rimaneSchermata 2015-04-23 a 06.58.39, rispetto alle rilevazioni degli anni precedenti, il medium al quale ci si affida maggiormente per informarsi. Infatti il notiziario televisivo viene considerato come la fonte informativa privilegiata dalla stragrande maggioranza del campione, ovvero l’88% (pur perdendo 3 punti percentuali rispetto alla rilevazione del 2011).

Il secondo mezzo attraverso il quale ci si informa è invece Internet, al 71%. È significativo notare come, rispetto al 2011, il Web passi dal quinto al secondo posto come fonte informativa guadagnando ben 20 punti percentuali. Tutti gli altri mezzi non fanno registrare cambiamenti significativi ad eccezione della carta stampata, che subisce un crollo del 17%, scendendo dal secondo al quinto posto. Nel grafico, i dati comparati.

Il televisore è morto. Viva la televisione!
Proprio considerando che la televisione viene considerata un mezzo ancora centrale nella dieta mediale e informativa degli italiani, ci siamo interrogati sull’eventuale cambiamento del modo di guardarla. E i dati raccolti ci restituiscono un’immagine diversa dello spettatore televisivo, rispetto al passato, non più couch potato, ma impegnato a utilizzare altri schermi  per completare la visione televisiva.

Schermata 2015-04-23 a 07.00.18Ciò che abbiamo registrato, infatti, sono le pratiche che portano a utilizzare il second screen, ovvero una tecnologia mobile (smartphone o tablet), per tenersi impegnati durante la visione di un programma. Più della metà degli spettatori televisivi (il 54%) è composta da spettatori che possiamo definire connessi perché utilizzano più device contemporaneamente, ad esempio per ricercare informazioni sul programma che stanno guardando (28%), verificare se ciò che è stato detto durante la trasmissione seguita è vero o falso (29%), ma soprattutto per tenersi impegnati mentre va in onda la pubblicità (35%).

Questa connettività mentre si guarda un programma televisivo aumenta in maniera esponenziale nel pubblico più giovane (quello dei 18-29enni), che sono spettatori connessi nell’89% dei casi e mostrano una frequenza di utilizzo delle tecnologie mobile in maniera multitasking molto più alta della media del campione generale.

Gli influencer digitali
Altro dato interessante riguarda il modo in cui ci si lascia influenzare da ciò che viene condiviso sui social network nella scelta dei programmi televisivi da seguire. Dichiara infatti di subire questa influenza il 31% degli italiani, percentuale nettamente più alta all’interno del segmento dei giovani, che dichiarano di essere influenzati da post e commenti su Facebook e Twitter per la scelta di un programma tv nel 49% dei casi.

UntitledForme di narrazione e piattaforme di fruizione
Ma quali, tra le forme narrative televisive, riscuote il maggior successo e ha la maggiore capacità di fidelizzazione? I nostri intervistati indicano le serie televisive come il prodotto seriale da loro preferito (nel 46% dei casi), seguite da forme finzionali più tradizionali e lineari come gli sceneggiati brevi e le soap opera. Anche in questo caso emerge come siano i più giovani, all’interno del campione, a mostrarsi maggiormente attenti a questo tipo di formato narrativo, preferito dal 72%.

A questo dato possiamo abbinare quello che riguarda le piattaforme prescelte per la visione delle serie tv. La categoria che abbiamo definito live tv, ovvero i canali digitali in chiaro e quelli a pagamento, è la modalità prediletta dagli italiani (93%), ma è sempre più affiancata dalla online tv – costituita dai siti web delle emittenti digitali in chiaro e a pagamento, lo streaming da altri siti o il download – nel 28% dei casi. I giovani anche in questo caso mostrano delle scelte di fruizione che si differenziano rispetto al resto del campione perché attivano una fruizione multipiattaforma (nel 66% dei casi) e transmediale.

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