Precarietà e ripercussioni psicologiche sui giornalisti spagnoli

10 Giugno 2023 • Cultura Professionale, Giornalismi, Più recenti, Ricerca sui media • by

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Il delicato legame tra benessere psicologico e mercato del lavoro è una preoccupazione sempre più presente a livello globale: l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima infatti che circa il 15% degli adulti in età lavorativa soffra di disturbi d’ansia, stress e depressione-. Nel caso del mercato giornalistico, sintomi come lo stress e l’affaticamento tendono a essere collegati principalmente ad alcuni tipi di giornalismo, come la copertura di guerre e pandemie.

In Spagna, tuttavia, sindacati ed esperti hanno identificato nella precarietà cronica del lavoro un fattore significativo sulla salute mentale dei giornalisti, influenzando direttamente anche la qualità del giornalismo e dell’informazione pubblica.

“Non è la stessa cosa lavorare con un salario minimamente decente, in condizioni di sicurezza e libertà di cronaca, che lavorare con la spada di Damocle che pende sulla testa”, mi ha detto Agustín Yanel, segretario generale della Federación de Sindicatos de Periodistas (FeSP), aggiungendo: “La salute mentale dei giornalisti è peggiorata negli ultimi anni e la precarietà del lavoro è una delle cause”.

Stress, ansia e stanchezza

Secondo l’ultimo rapporto sul giornalismo professionale, pubblicato dalla Madrid Press Association (APM), il 70% dei 1328 professionisti che hanno risposto al sondaggio riconosce l’esistenza di un problema di salute mentale nel proprio settore. Gli intervistati hanno identificato sintomi come stress, ansia e stanchezza, attribuendo la colpa ai salari bassi, alla continua disoccupazione e alla mancanza di indipendenza politica ed economica dei media.

In misura minore, il rapporto APM ha individuato anche l’intrusione, la mancanza di etica professionale e i lunghi orari di lavoro come problemi da affrontare nel settore. Si stima che tra il 47% e il 61% dei giornalisti a contratto e freelance lavori più di 40 ore a settimana.

“Il contesto economico in cui si svolge il lavoro dei giornalisti e delle aziende giornalistiche è molto difficile e, purtroppo, la precarietà ne è regina. È logico che questo abbia un impatto sulla salute emotiva e mentale delle persone”, mi ha detto in un’intervista Alfonso Bauluz, presidente di Reporter senza frontiere (RSF) Spagna.

Qualità giornalistica in calo

Bauluz ha evidenziato le scarse relazioni sindacali e la responsabilità aziendale come prova della costante volatilità del settore. L’industria, ha detto, è afflitta da una mancanza di trasparenza nell’elezione dei dirigenti, nel finanziamento, nella distribuzione della pubblicità istituzionale e nei suoi interessi ideologici, politici ed economici. Tutto questo crea un clima non favorevole alla pratica e alla qualità giornalistica.

Yanel si è detto d’accordo, sottolineando che l’effetto sul benessere mentale si ripercuote anche sulla qualità del giornalismo, affermando che: “Un giornalista che non può lavorare in condizioni di completa libertà, senza pressioni e con una situazione lavorativa minimamente dignitosa, vedrà il prodotto che offre soffrire, nonostante le sue migliori intenzioni”.

Minacce alla libertà di stampa

Come ha rilevato Reporter senza frontiere nel suo ultimo rapporto, la Spagna è scesa al 32° posto nella classifica mondiale della libertà di stampa, tre posizioni più in basso rispetto all’anno precedente, proprio a causa della crescente polarizzazione e del lavoro precario. Tra le altre questioni vi è anche la controversa Legge organica per la protezione della sicurezza dei cittadini, bollata come “legge bavaglio” e criticata per aver minato il diritto dei giornalisti a informare liberamente.

Secondo Francesc Ràfols, presidente dell’Unione catalana dei giornalisti, “la Spagna è uno dei pochi Paesi in cui il diritto del pubblico all’informazione non è stato regolamentato. Nessuna legge dice cosa succede quando qualcuno mente e manipola le informazioni, con conseguenze dirette sulla qualità del giornalismo”.

Sebbene sia la prima volta che l’APM include la salute mentale nel suo sondaggio, è chiaro che non si tratta di una questione banale. L’esperta di salute mentale Cecilia Martínez ha sottolineato come i disturbi mentali abbiano un impatto marcato su tutti gli aspetti della vita di una persona, “fino a renderla incapace di portare avanti la propria vita quotidiana in modo normale”. All’interno della professione, i sindacati avvertono che le prospettive del giornalismo in Spagna sono cupe, ma sottolineano che il miglioramento delle condizioni economiche potrebbe risollevare il settore e quindi alleviare la pressione esercitata dall’attuale precarietà del lavoro e il suo impatto sul benessere psicologico dei giornalisti.

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Articolo tradotto dall’originale inglese.

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