Hacking ed etica, i confini della stampa in Danimarca

5 Febbraio 2015 • Etica e Qualità • by

I media in Danimarca ricorderanno il 2014 per due eventi: uno scandalo di hacking nazionale e un documentario incentrato su un tabloid che ha mostrato quanto sia difficile il passaggio dal business model della carta a quello online. Nel 2015, la sopravvivenza economica di molti giornali, insime a quella dell’etica del giornalismo, rimarrà una sfida aperta anche in Danimarca.

Lo scandalo di hacking danese è esploso all’inizio dello scorso anno, quando un ex giornalista del tabloid Se & Hør ha rivelato che per molti anni il giornale ha pagato una fonte segreta, nota con il nickname di “hush-hush source”, perché capace di hackerare le transazioni delle carte di credito di alcune celebrità e politici danesi. Sulla base di queste informazioni, il giornale ha pubblicato diversi articoli su dove andassero queste persone, dettagli sulle loro vacanze e con chi si accompagnassero. In aperta violazione della loro privacy.

Per approfondire: Phone hacking e spie: i reporter e la loro etica, di Stewart Purvis

Lo scandalo ha presto causato una reazione politica ed è diventato oggetto di indagine da parte del Cultural Affaires Committee del Danish Folketing. Il comitato ha chiuso di recente parte del suo lavoro sul caso concludendo che, in generale, gli standard etici degli organi di stampa danesi sono di qualità piuttosto alta e ha annunciato che questioni relative all’etica dell’informazione è bene siano lasciate ai media di per sé e all’autoregolamentazione e tenute lontane dai politici. Sul caso, intanto, continuano le indagini della polizia, ma al momento la reazione più forte è venuta dal pubblico, che ha abbandonato il giornale in massa.

In autunno, invece, un documentario dedicato a Ekstra Bladet, una volta il maggiore tabloid danese, si è guadagnato le attenzioni dei media in Danimarca. Il film, intitolato The Newsroom: Off the Record, ha mostrato senza compromessi come il giornale stia ancora lottando per trovare il suo business model. A causa di una perdita piuttosto repentina di lettori (da circa 250mila copie al giorno a meno di 50mila), il giornale rappresenta un caso emblematico della situazione dei giornali in Danimarca e il documentario ha dato un ritratto incontestabile della situazione.

Il trailer di The Newsroom: Off the Record

La pellicola, infatti, segue il direttore del giornale in un periodo particolarmente negativo e doloroso durante il quale la testata ha licenziato giornalisti, si è lanciato in una nuova strategia online ed è stata criticata in modo aspro dal Danish Press Council per il suo giornalismo poco etico.

Per approfondire: I giornalisti danesi e il senso di indipendenza, di Evgeniya Boklage

Guardando al 2015 in prospettiva, questioni etiche e di business rimangono sull’orizzonte per la sopravvivenza dei giornali, anche in Danimarca. Al momento, la politica ha mollato la presa sui media, ma basterà un altro scandalo mediatico per rimettere l’etica della stampa in cima alla lista di priorità della politica. Ed è proprio qui che la necessità di un nuovo business model si fa ancora più pressante.

Tutti sanno che questa nuova strategia economica è online, ma le startup digitali – al momento – hanno ben poche guidelines etiche: in generale, i giornalisti che lavorano online puntano all’aumento del carico di lavoro e alla competizione in crescita come alle cause più frequenti per violare l’etica professionale. Anche per le redazioni danesi, navigare in queste acque non sarà semplice.

Articolo tradotto dall’originale inglese

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