Alcuni critici hanno mostrato insofferenza nei riguardi del rapporto annuale sullo stato dei media in Svizzera (“Jahrbuch 2013 – Qualität der Medien Schweiz”), affermando che non contiene nulla di nuovo, se non le solite lamentele ripetute da anni per la perdita della qualità giornalistica. Probabilmente costoro hanno letto il rapporto con superficialità, dato che non ne hanno individuato il punto fondamentale: il testo redatto dal gruppo di ricerca del professor Kurt Imhof dell’Università di Zurigo, infatti, prova che si è verificata nel corso dell’anno un’ulteriore perdita di differenziazione tra i vari media, insieme a una drammatica concentrazione nelle mani di pochi attori del mercato elvetico.
Negli ultimi 11 anni i tre “top dogs” (i conglomerati mediatici maggiori) Tamedia, Ringier e il Gruppo Nzz sono cresciuti in modo significativo. Dal 2001 la quota di mercato di Tamedia nella parte germanofona della Svizzera è infatti aumentata dal 19 al 36%, mentre il Gruppo Nzz è cresciuto dal 7 al 19% e Ringier è passata dal 21 al 27%. Nella Svizzera francese, Tamedia, dopo la fusione con Edipresse, ha cominciato a dominare il mercato a sua volta. Il gruppo si sta inoltre imponendo sempre di più anche in Ticino, come dimostra la tiratura del quotidiano gratuito 20 Minuti, che sta superando il numero di abbonamenti ai quotidiani regionali tradizionali.
Il clima, però, è anche peggiore. Mark Eisenegger, uno degli autori del libro, fa notare che la concentrazione tra i siti di informazione online e vari i portali Web è addirittura maggiore di quella osservata su carta. Solo i tre maggiori gruppi mediatici, con l’eccezione dell’emittente pubblica Srg Ssr, sono stati in grado di fornire per ora testate online usate e apprezzate da un considerevole numero di utenti. “In Svizzera”, ha spiegato Eisenegger, “la diversificazione tra i siti di informazione online è minore del 40% rispetto al settore della stampa su carta”.
Forschungsinstitut Öffentlichkeit und Gesellschaft (cura di): Jahrbuch 2013 Qualität der Medien Schweiz, Basel: Schwabe Verlag
Articolo pubblicato originariamente in Schweizer Journalist Nr. 10+11/2013, traduzione a cura di Alessandra Filippi
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